La sfida con il Monza era la classica partita da vincere. Dopo il successo dello Spezia contro l’Inter, i tre punti erano obbligatori per non vedere aumentare il distacco dalla formazione ligure, al momento l’unica concorrente rimasta in chiave salvezza. Le aspettative della vigilia, però, sono rimaste tali. Dopo l’illusorio vantaggio di Verdi, i gialloblù hanno subito quasi subito la rete del pareggio e nel finale hanno addirittura rischiato di perdere. A salvarli ci ha pensato prima il Var, che ha rilevato un fuorigioco millimetrico di Petagna, e poi l’ex Pessina che ha calciato a lato a pochi metri dalla porta. Ora, con lo Spezia lontano cinque punti, la situazione, con una partita in meno da giocare, invece che migliorare, appare ancora più complicata. PREGI E DIFETTI Contro la formazione brianzola la presenza di Simone Verdi è stata l’unica nota lieta. L’ex fantasista granata, rimasto in gialloblù in occasione dell’ultima finestra di mercato, quando il ritorno a Salerno sembrava cosa fatta, ha sfruttato al meglio la chances regalatagli da Zaffaroni. Il tecnico gialloblù, complice l’infortunio che ha messo fuori causa Ngonge, ha deciso di affidarsi proprio a colui che nelle ultime settimane aveva dato l’idea di essere diventato quasi una seconda scelta. L’intuizione si è rivelata azzeccata perché, oltre a segnare la rete del vantaggio, Verdi è diventato il vero apriscatole del match, con alcune iniziative personali di pregevole fattura. Lo sforzo profuso dal talentuoso trequartista non si è purtroppo rivelato sufficiente per ottenere quello che era l’obiettivo della vigilia, ovvero vincere. La nota più dolente, arriva ancora una volta dall’attacco. Orfano di Lasagna e con Djuric inizialmente in panchina, la coppia Zaffaroni-Bocchetti si è affidata ancora una volta all’argentino Gaich, il quale si conferma quasi un oggetto misterioso. L’ex attaccante del Benevento anche domenica è stato protagonista di una prova incolore e priva di spunti. L’unico squillo è stata una conclusione, su un servizio dalla destra di Faraoni, sulla quale Di Gregorio si è disteso in una parata tutt’altro che impegnativa. Nel finale, la mossa della quasi disperazione, è stata l’inserimento di Djuric, recuperato quasi a tempo di record dopo l’operazione al menisco, ma l’ingresso dell’attaccante bosniaco non ha spostato di una virgola l’inerzia dell’incontro. In tutta onestà, se l’unica carta rimasta diventa il lancio lungo alla ricerca della sua ‘spizzata’, il problema del gol è naturalmente lontano dall’essere risolto. Ora, prima della sosta, arriva la trasferta di Genova in casa della Sampdoria. I blucerchiati, anche se ancora in fondo alla classifica in compagnia della Cremonese, hanno dato filo da torcere alla Juventus, cedendo solo nel finale. La gara di domenica all’ora di pranzo a Marassi assume ora tutte le sembianze dell’ultima spiaggia. La speranza, visto l’orario, è che il menù non sia indigesto. Sarebbe una vera tragedia.
Enrico Brigi