Due anni fa, era il 20 aprile, Flavio Tosi gli aveva comunicato la decisione di candidare al suo posto Patrizia Bisinella. Ora Fabio Venturi rompe gli indugi e si candida a sindaco della città con la sua “Generazione Verona”. Lo fa con largo anticipo, tre anni prima della scadenza naturale del mandato di Federico Sboarina, anche se l’ex presidente di Agsm – a nostro avviso con eccessiva fiducia – non esclude la possibilità di un voto anticipato. «Ci sono forti tensioni all’interno della stessa maggioranza in Comune» dice. «Credo che il calo di consensi nei confronti del primo cittadino sia evidente, come che ci siano parecchie persone stufe di questo immobilismo. Sboarina ha vinto le ultime elezioni ed è legittimo che amministri, se il mandato finirà prima ci si organizzerà per tempo. Perché la giunta cada o si dimette il sindaco o la maggioranza dei consiglieri comunali lo sfiducia, cosa non così probabile al momento, però» aggiunge Venturi «un conto è il palazzo, che può resistere fino all’ultimo giorno di mandato, un conto è la città, che a mio avviso già oggi ha sfiduciato Sboarina. Ci sono due fasi, quella politica e quella reale. Quest’ultima penso che abbia già dato il suo verdetto, per quella politica mi auguro per il bene di Verona che il primo cittadino cambi marcia ». Il leader di Generazione Verona imputa al sindaco soprattutto la gestione del caso Ikea, quella dell’Arsenale, «la svendita di Agsm ad A2A». Venturi ne ha anche per Tosi, di cui è stato a lungo scudiero: «Si limita a fare un’opposizione durissima, quasi di vendetta nei confronti di Sboarina. È legittima, ma secondo noi sbagliata, non serve. Dalla decisione di candidare la Bisinella in avanti è stato sfasciato un gruppo di lavoro». Insomma, Venturi, coi suoi cocài di Generazione Verona è pronto a volare su Palazzo Barbieri. Si vedrà se da solo o in compagnia. E però al momento i numeri, a Palazzo, sono tutti dalla parte di Sboarina. Nel frattempo il consigliere Gianmarco Padovani esce da Verona Pulita e aderisce al gruppo misto.
