“Veneto, facciamo ancora uno sforzo!” La zona arancione non è così lontana, decisivi i dati rilevati il prossimo Venerdì Santo

La pandemia non viaggia più con il turbo, l’Rt comincia quasi ovunque a scendere ma l’incidenza dei casi continua ad essere alta. E così dai dati preliminari che abbiamo potuto visionare si scopre che il Monitoraggio settimane di domani farà tornare già lunedì prossimo il Lazio in fascia arancione, dove si può riprendere a circolare liberamente per strada pur senza varcare i confini del proprio comune e i negozi rialzano la saracinesca. Meno quelle di bar e ristoranti che restano chiusi tutto il giorno. Il Lazio mantiene infatti l’Rt ampiamente sotto il valore di 1,25 che fa scattare il rosso e non supera, sia pure di poco, l’altro parametro dei 250 contagi settimanali ogni 100 mila abitanti, che manda comunque in rosso lockdown diretto.
Dove sembra invece destinata a finire la Valle d’Aosta, dove sia l’indice dei contagi che l’Rt sono alle stelle. Tutte le altre regioni in rosso vi resteranno ancora a lungo, visto che per essere promosse di fascia bisogna avere numeri da giallo o arancione per due settimane consecutive. Risultato che sembra alla portata della Campania, mentre il Veneto balla tra l’arancio e il rosso per via dell’incidenza alta dei contagi. Se i loro parametri saranno migliori anche nel monitoraggio del Venerdì Santo potranno uscire dal lockdown poco dopo il ponte pasquale, ossia mercoledì 7 aprile quando scadrà il decreto legge che ha abrogato la fascia gialla tingendo tutta l’Italia di rosso o arancione.
Restano invece anche questa settimana da fascia rossa i numeri di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Trento, Piemonte e Puglia, che a questo punto anche dovessero migliorare Rt e incidenza dei casi la prossima settimana resteranno comunque in lockdown fino al 12 aprile. Questo perché almeno una cosa è sicura. Il nuovo decreto in fase di messa a punto manterrà il sistema dei colori. Probabilmente ripristinando quello giallo, che era stato abrogato dal precedente decreto di marzo in piena fase ascendente della curva epidemica. Che ieri ha confermato aver arrestato la crescita. Ma senza flettere più di tanto, visto che i contagi sono 21.267 contro i 18.765 del giorno prima. Ma con un deciso incremento dei tamponi che fa salire sia pure di poco (lo 0,2%) il tasso di positivi rispetto ai test eseguiti. Calano da 556 a 460 i morti, che restano sempre tanti. E i letti in terapia intensiva occupati da malati Covid continuano ad aumentare: ieri altri 42 in più per un totale di 3.588 ricoverati colpiti dal virus. E con questi numeri è difficile si vada oltre la riapertura di scuole dell’infanzia ed elementari già annunciata dal Premier.