Le farmacie di Agec, l’azienda comunale che gestisce il patrimonio immobiliare, sono 13: rappresentano il cuore vero dell’attività economica dell’Azienda guidata da Anita Viviani, insieme con l’attività cimiteriale: per quest’ultima, in particolare per la cremazione, si rincorrono sempre voci di un appalto esterno cui affidare l’attività. E sarebbe un primo pezzo che se ne va. Nei giorni scorsi poi l’altra botta: dal Pd la proposta, per far fronte al piano casa di cui c’è assoluta urgenza, di vendere le farmacie di Agec per fare cassa. Ma è la medicina giusta? Ora la proposta dell’assessore Benini a chi segue da anni le vicende comunali sembra più una facile scorciatoia che una strategia politica. E’ come vendersi i gioielli di famiglia per ristrutturare casa invece di costruirsi percorsi finanziari alternativi. Un piano casa per Verona sarebbe un impegno inedito, un programma mai fatto prima, che meriterebbe il coinvolgimento delle forze migliori della città, comprese le fondazioni bancarie, con un percorso che parta da due obiettivi innanzi tutto. Il primo, mappare le proprietà pubbliche: quante case sono del Comune? In che stato sono? Chi le abita? Un primo ragionamento in sede Agec stima una spesa di 50 mila euro per alloggio da ristrutturare. Ma bisogna vedere quanti appartamenti oggi vuoti (20mila?) meritano una ristrutturazione e quanti sono così fatiscenti da non meritare neppure un intervento. Fatto questo, serve poi un accordo di programma con gli enti finanziari (Fondazione Cariverona in primis) per stabilire come e dove procedere e con quali finalità. A chi assegnare le case pubbliche una volta risistemate? Con quali criteri? Un tema delicatissimo, sia sotto l’aspetto sociale che economico e infatti la proposta del Pd sul Piano casa che potrebbe prevedere la vendita delle farmacie ha sollevato subito polemiche e proteste. Per esempio tra i sindacati: Cgil e Uil non hanno detto nulla, la Cisl invece è andata all’attacco del centrosinistra e di certe “cavolate” o “provocazioni”.. “Il Pd nel convegno sulla casa ha lanciato la proposta di avviare una “due diligence” utile a comprendere l’attuale valore delle 13 farmacie di Agec per valutarne la cessione e reimpiegare la differenze tra il saldo del mutuo e il ricavato nella manutenzionedegli immobili sfitti della stessa azienda speciale del comune di Verona, da allocare a cittadini bisognosi”, afferma Massimo Meneghetti segretario generale Femca Cisl.
“Idea sbagliata nel merito e metodo”. Meneghetti (Cisl): “C’è il tentativo di smembrare le attività più redditizie di Agec”
“Consideriamo tale idea sbagliata nel metodo e nelmerito, anche se consideriamo il tema casa e della residenzialità pubblica esociale uno degli argomenti strategici e prioritari da affrontare in questo particolare momento”, sottolinea il segretario di Femca Cisl. Che poi spiega: “Sbagliata nel metodo, perchè ci aspettavamo pieno coinvolgimento da parte del Pd locale, ascoltando anche i suggerimenti che potevano dare tutte le parti interessate, prima di lanciare ogni possibile idea utile alla cittadinanza. Ma anche perchè mettere lavoratori contro cittadini/inquilini non è una soluzioneda Pd, ma la classica guerra dei poveri che fa male a tutti e bene a nessuno. Ricordiamo appunto che a oggi vi sono circa 60 lavoratori occupati nelle farmacie e molti altri ancora di diverse sezioni che da questa area di business dipendono e che sarebbero impattati negativamente dalla cessione di ramo d’azienda. E prima di lanciare certe idee senza un piano ben preciso, sarebbe utile evitare di creare tensioni e preoccupazioni ingiustificate tra questi dipendenti e le loro famiglie”. Meneghetti aggiunge: “Sbagliata nel merito perchè a valore stimato mezzo stampa, si capisce subito che l’eventuale guadagno ottenuto dalla vendita delle 13 farmacie porterebbe in dote a Agec qualche centinaia di migliaia di euro che non risolverebbero di fatto ilproblema. Inoltre le farmacie attualmente oltre a essere in grado di ripagarsi il mutuo, attivatocon l’amministrazione Tosi, sostengono anche altre aree di business a servizio dei cittadini come le mense e appunto il servizio casa el’edilizia sociale”. E alla fine arriva il vero timore: l’assalto a smembrare l’Agec per le sue attività più redditizie: “Non vorremmo che tale proposta nascondesse il tentativo di smembrare la società con la lenta e graduale dismissione delle varie aree di business verso altre aziende anche private. Vedi il tema della possibile cessione dei cimiteri e del forno crematorio a una società di partenariato pubblico-privato. Provocazione per provocazione, chiediamo al Pd perchè non ha pensato invece di lanciare solo la proposta di cessione degli immobili di pregio? Forse perchè questo avrebbe fatto arrabbiare qualche politico locale e i suoi amici? Naturalmente noi non siamo d’accordo neanche su questa ipotesi perchè impatterebbe negativamente sulle sorti dei lavoratori di altre sezioni. E proprio perchè non siamo abituati a sparare cavolate o a far provocazioni e proprio perchè consideriamo il tema casa il tema fondamentale per favorire la coesione sociale, combattere le disuguaglianze e in grado di dare una risposta concreta ai tanti giovani, studenti, lavoratori e anziani, proponiamo anche al Pd scaligero di attivarsi insieme a noi per dar vita a un osservatorio sul tema presso la prefettura con le aziende interessate, le istituzioni e il sindacato per trovare risorse e soluzioni per affrontare il tema della sofferenza abitativa e della manutenzione degli immobili sfitti da restaurare e poi da assegnare secondo un ordine di priorità da concordare tra le parti”. Ma soprattutto la Cisl chiede un incontro urgente con il sindaco Damiano Tommasie la presidente di Agec Anita Viviani: che cosa pensano della proposta del Pd? Come pensano di attivarsi per il piano casa? E anche per il consigliere Alberto Bozza di Forza Italia “Venedere le farmacie Agec è una proposta antieconomica”, poiché, spiega “le farmacie portano soldi ad Agec che con quelle ci finanzia le mense e l’edilizia sociale”. Pertanto “sarebbe interessante cosa ne pensa il sindaco Tommasi visto che il Pd è nella sua maggioranza”. E sarebbe utile anche “capire che cosa questa maggioranza vuole fare di Agec: un’azienda multiservizi oppure preferisce alienare e svendere asset fondamentali per fare cassa? Saremmo di fronte a una politica miope e di corto respiro, nonché antisociale”.