Si è svolto a Lonigo, il terzo appuntamento del trittico 2023 presso la Cantina Collis Wine Group di Lonigo, tradizionale focus di fine anno organizzato da Regione del Veneto, Veneto Agricoltura e Avepa.
A fare gli onori di casa il direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Dell’Acqua: “Sottolineo l’importanza di avere la disponibilità di dati precisi e scientifici, e soprattutto di averli in modo cadenzato durante l’anno come accade con il trittico vitivinicolo veneto: focalizzato sul fitosanitario il primo incontro di giugno, sulle previsioni vendemmiali il secondo di agosto e sul consuntivo quello odierno. Altre regioni d’Italia si stanno orientando verso il nostro modello”.
A seguire, interviene Federico Caner, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto.
Durante la conferenza sono stati presentati i dati finali dell’ultima vendemmia 2023 nel Veneto, suddivisi per area e tipologia di uva.
La produzione vendemmiale è stata di circa 13,6 milioni di quintali di uva (13.646.900), in calo del -9,3% rispetto alla vendemmia 2022. I problemi fitosanitari, in particolare peronospora, e climatici, con forti eventi grandigeni, hanno ridotto le iniziali stime positive. Ad uscirne penalizzate sono soprattutto le uve a bacca bianca (-10,4%) rispetto alle uve a bacca nera (-4,6%) e le produzioni DOC (-11,8%), mentre hanno registrato lievi aumenti di produzione le uve destinate a IGT (+1,6%) e i vini varietali/generici (+12,2%). Si tratta in gran parte di uve destinate alla produzione di vini DOC (70%), DOCG (10,1%) e IGT (16,3%), a conferma dell’alta specializzazione raggiunta dai produttori veneti.
Di conseguenza, anche la produzione di vino è diminuita rispetto all’anno precedente, scendendo a 10.917.000 milioni di ettolitri (contro i 12.600.000 circa del 2022), con un calo del -13,4%.
La superficie vitata, invece, nel Veneto è rimasta sostanzialmente invariata a 101.176 ettari): la graduatoria delle superfici vitate in base alle varietà di uva vede al primo posto il vitigno Glera (38.117 ettari, +3,8%), seguono Pinot Grigio (15.254 ettari, -4,6%), Garganega (8.600 ha, -2%), Corvina (6.980 ha, invariati), Merlot (5.790 ha, -3,3%), Chardonnay (5.486 ha, invariati) e via via tutti gli altri.
Nel terzo trimestre 2023, l’Italia presenta un fatturato di circa 5,65 miliardi di euro, (-1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), un calo limitato dal contestuale incremento dei prezzi medi di vendita, considerando che le variazioni in termini quantitativi è stata anche superiore.
Considerando i principali mercati di destinazione del vino italiano, in valore, nei primi mesi del 2023 le flessioni maggiori si registrano verso gli Stati Uniti (-8,2%), che costituisco il principale mercato di destinazione del vino nazionale con una quota del 23,3% e il Canada, dove le vendite sono diminuite del -17,9%. In crescita, invece, i valori esportati verso la Germania (+4,5%) e il Regno Unito (+3,9%) che rispettivamente detengono una quota del 15,3% e del 10,4% delle esportazioni di vino dall’Italia. Curiosità, tra i principali paesi di destinazione dell’export italiano, il maggiore incremento si registra nelle vendite verso la Francia (+20,3%).