Lo guardi giocare e ti chiedi come un paio d’anni fa fosse fuori dai giochi. Dimenticato. Non fosse stato per Juric che lo conosceva, Miguel Veloso sembrava già destinato a scrivere i titoli di coda di una buona carriera. “Vieni al Verona?” gli chiese Juric. E Veloso accettò. Forse non sapeva che stava per cominciare un’altra stagione, una delle più belle. Capitano e leader, regista e uomo-squadra, in campo e negli spogliatoi. Con Juric e con Tudor. “E’ fondamentale’ ha detto di recente Tudor. Un giocatore-chiave, all’altezza dei grandi registi del passato e il Verona ne ha avuti tanti. Da Di Gennaro a Corini, da Italiano a Jorginho, per restare al calcio di oggi.
Ora è in ballo il rinnovo del contratto, che per lui scadrà a giugno 2022. Ma non ci sono dubbi sul fatto che il Verona pensi a riconfermarlo. anche aA giudicare dal rendimento, dalla presenza costante anche nella top 100 dei voti di Tuttomercatoweb.com.
La storia andrà avanti?
Il Verona rimanderà il discorso rinnovi, d’accordo con lo stesso Veloso, a fine stagione. Ora testa alla salvezza, poi ci sarà il capitolo riscatti da affrontare e un gennaio dove per Igor Tudor mancano ancora un paio di pedine prima di considerare l’organico davvero completo per un’altra stagione da sogno. Però il club ha dimostrato di saper gestire l’agenda e le varie scadenze, giustappunto, ognuna nei tempi giusti. Anche perché coi protagonisti, come con Miguel Veloso, la sintonia è totale. Decideranno insieme. Magari, anche stavolta, prima che un anno nuovo prenda il via. Come del resto era successo un anno fa. “Sono molto felice di restare qui” aveva detto Veloso. Anche quest’anno, superato qualche acciacco iniziale, rieccolo in cabina di regia. A dirigere il gioco. A semplificarlo. A indicare una rotta. Fascia di capitano al braccio. Leader silenzioso di uno spogliatoio dove i giovani crescono e hanno bisogno di esempi. Come il suo. Lunga vita, Miguel, capitano per sempre.