L’atto vandalico che ha colpito un vigneto sperimentale nella Valpolicella dimostra che purtroppo che c’è ancora troppa ignoranza sulle Tecniche di Evoluzione Assistita e sulla loro importanza per il futuro dell’agricoltura italiana, soprattutto da parte di chi continua ad accomunarle immotivatamente agli Ogm.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la distruzione da parte di anonimi di cinque piante di vite in fase di sperimentazione Tea nel campo sperimentale dell’Università di Verona a San Floriano Valpolicella, curate dal team di genetica agraria coordinato dai professori Mario Pezzotti e Sara Zenoni, ai quali va la solidarietà dell’organizzazione.
Le Tecniche di Evoluzione Assistita sono soluzioni per il miglioramento genetico che permetteranno di selezionare nuove varietà vegetali, con maggiore sostenibilità ambientale, minor utilizzo di input chimici, ma anche resilienza e adattamento dei cambiamenti climatici, nel rispetto della biodiversità e della distintività dell’agricoltura italiana ed europea. Non hanno nulla a che fare con i vecchi Ogm poiché non implicano l’inserimento di Dna estraneo alla pianta e permettono di riprodurre in maniera precisa e mirata i risultati dei meccanismi alla base dell’evoluzione biologica naturale.
Nel campo del vino potrebbero contribuire, ad esempio, a ridurre gli attacchi della peronospora che negli ultimi hanno falcidiato la produzione tricolore. Proprio sulle Tea Coldiretti ha siglato tre anni fa un accordo con la Siga (Società Italiana di Genetica Agraria) che punta a tutelare la biodiversità e far tornare gli agricoltori protagonisti di una ricerca pubblica nazionale, in grado di sviluppare soluzioni su misura e renderle disponibili a tutti i produttori.
Il presidente di Cadis 1898 Gabriele Posenato, agronomo e fondatore del Centro Studi Agrea, esprime la sua più ferma condanna per l’atto vandalico che ha colpito il vigneto sperimentale dell’Università di Verona a San Floriano, distruggendo le viti Tea frutto di anni di ricerca scientifica. “Si tratta di un attacco vergognoso alla conoscenza e al progresso, un gesto che non solo danneggia il lavoro dei ricercatori e delle ricercatrici coinvolti, ma priva l’intera comunità di un’importante opportunità per un’agricoltura più sostenibile e innovativa”, afferma Posenato. “Siamo al fianco delle scienziate e degli scienziati del dipartimento di Biotecnologie,” prosegue il presidente, “che con dedizione e competenza portano avanti studi fondamentali per il futuro della viticoltura e della sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che i “telebani della ricerca”, mossi da pregiudizi e ideologie antiscientifiche, ostacolino il cammino della conoscenza. La sperimentazione basata su dati, evidenze e innovazione è la chiave per affrontare le sfide ambientali e agronomiche del nostro tempo”. Lo scorso dicembre Cadis 1898, nella sua cantina di Rocca Sveva a Soave ha ospitato un convegno dove si è parlato proprio di “Tecniche di Evoluzione Assistita-TEA come innovazione genetica per la resistenza ai patogeni”, con le dottoresse Sara Zenoni e Annalisa Polverari del Dipartimento di Biotecnologie, Università di Verona.
Solidarietà ai ricercatori è arrivata dal rettore Pier Francesco Nocini, “La ricerca – ha detto – non si ferma distruggendo le piante”.
“L’atto vandalico è stato grave e al momento non sappiamo se e quando la sperimentazione potrà ripartire”, spiega David Bolzonella, direttore del dipartimento di Biotecnologie dell’università di Verona. Le viti Tea oggetto della sperimentazione sono frutto di una lunga attività di ricerca scientifica.