Ha compiuto ieri gli anni, Valentina Boni, veronese doc e capitana della formazione del ChievoVeronaWomen. Con gli scarpini da calcio tra i piedi ha vinto praticamente tutto: 4 scudetti, 4 Coppe Italia, con due differenti squadre, e 4 Supercoppe, e ha indossato, tra il 2001 e il 2008, la maglia della nazionale italiana. Ma ancora tanta voglia di divertirsi e stupire.
Hai spento 39 candeline, auguri. Come hai festeggiato?
“Grazie, ma non vado matta per le feste, è stata una giornata normalissima. Gli auguri dei nipoti sono stati il regalo più bello”.
Sarai la numero 10 gialloblù anche il prossimo anno?
“Eh, non sono il tipo di persona che afferma adesso con certezza quello che sarà tra 3/4 mesi, diciamo però che ho le idee molto chiare sul mio futuro calcistico”.
Com’è nata la tua passione per il calcio?
“Domanda che non ha mai trovato una risposta, è qualcosa che fa parte di me da tutta la vita, il calcio sono io”.
Ti saresti mai immaginata di diventare oggi una delle calciatrici simbolo del panorama italiano?
“Sinceramente non mi ci sento e non mi ci sono mai sentita, sicuramente fa piacere che ci sia chi pensa questo, ma nel calcio mi sento la stessa bambina di sempre, con la voglia di divertirsi e di divertire”.
Quali sono state le tappe più importanti della tua carriera?
“Wow, non basterebbe una giornata per raccontarle tutte, considerati i 5 anni con la squadra maschile del mio paese sono più di 30 anni di calcio, e ogni stagione ha avuto la sua straordinaria importanza…”
Dicci allora il più bel ricordo e quello più brutto.
“Ricordi belli un’infinità, forse quello che brilla un pochino di più negli occhi è l’entrata in campo al Bentegodi nella semifinale di Champion. Momenti brutti anche, parecchi, ma anche quelli mi hanno resa la persona che sono e va benissimo così”.
Hai dei modelli a cui ti ispiri?
“Baggio è sempre stato un idolo indiscusso per me, passavo ore a guardare e riguardare le sue giocate, crescendo poi ho iniziato ad apprezzare tantissimo anche l’uomo. Da quando lui ha smesso mi piace guardare Messi, un genio”.
Riuscirete a centrare l’obiettivo Serie A?
“Mancano ancora molte partite, se riusciremo a regalarci la promozione non lo so, quello che so con certezza è che faremo del nostro meglio fino all’ultimo secondo. Credo che fino a questo momento dobbiamo essere molto felici del calcio che stiamo esprimendo”.
Da capitana quali consigli dai alle tue compagne?
“Mi sono sempre considerata un capitano anomalo, la mia filosofia è quella di dare l’esempio, quindi parole poche e sempre con la massima tranquillità e serenità, sia in campo quando è importante far notare subito qualcosa sia soprattutto poi fuori dal campo”.
Cosa si può migliorare nel calcio femminile?
“C’e ancora tanta strada da fare, e ci sarà sempre, siamo molto indietro rispetto a tantissime altre Nazioni, ma direi di goderci i grandissimi passi avanti che abbiamo fatto e con passione aver voglia di continuare a crescere e a far valere i nostri diritti”.
Jacopo Segalotto