Non c’è pace per il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che per un motivo o per l’altro finisce sempre al centro delle polemiche. Questa volta uno scambio di battute in Consiglio regionale gli è costato una reprimenda dal presidente dell’assemblea Ciambetti. E’ accusato di aver insultato la presidente di Turno, Francesca Zottis, del Pd, che lo invitava a concludere il lungo intervento e a rimanere in tema. Valdegamberi si inalbera spiegando perché il suo intervento è coerente al tema, si sente a un certo punto lei che dice “Non sono stupida” e Valdegamberi che ribatte ripetendo la parola “stupida”. Il dibattito che riprende con la Zottis che chiede di non essere più insultata. E poi il presidente Ciambetti che non era in aula ma viene informato dell’accaduto e scatta la reprimenda a Valdegamberi”.
“Ma non è andata così, Ciambetti è stato male informato e ha sbagliato”, replica il consigliere regionale della Lessinia, “perché la Zottis ha detto, staccando il microfono per non essere registrata, che ha il diritto di interrompermi e che non è stupida; io ho ribattuto che non ha il diritto di essere stupida. Tutto qua. Non c’è stata nemmeno la sospensione”.
Valdegamberi, non si dice stupida a una collega però…
“Ma lei mi interrompe sempre, non mi lascia mai completare i miei interventi. Perché? Per posizione politica. Ce l’ha con me per il mio pensiero politico che è diverso dal suo. Diceva che non ero in tema, mi ha istigato…”.
Valdegamberi è finito nel mirino di +Europa che “prende una netta posizione contro il linguaggio e il comportamento maschilista, per non dire misogino, del consigliere regionale Stefano Valdegamberi. Dare della stupida e contestare la legittima interruzione da parte di Francesca Zottis, consigliera in quota Partito Democratico, nell’esercizio della sua funzione di presidente temporaneo dimostra l’attitudine all’intolleranza per cui Valdegamberi si è contraddistinto nella sua carriera politica”, affermano Nalin e Dalai.
+Europa chiede al presidente del Consiglio Regionale “di esprimere chiare parole di condanna per questo approccio discriminante dell’equità di genere” e ricorda l’episodio dell’8 marzo quando il consigliere Joe Formaggio “venne accusato pubblicamente di molestie dalla consigliera Milena Cecchetto, vicenda che poi si è conclusa con un accordo extragiudiziale, con le scuse ufficiali di Formaggio e il versamento di una somma di 10.000 euro da devolvere a un’associazione impegnata contro la violenza alle donne e indicata dalla stessa Cecchetto” concludono Anna Lisa Nalin e Lorenzo Dalai.