“Siamo convinti che questo sito meriti di ottenere il riconoscimento Unesco, perché è un luogo unico al mondo con ben 290 specie catalogate, un vero primato. Il dossier di candidatura è in fase avanzata ed è nella Tentative List o Lista Propositiva. Quelli dei riconoscimenti Unesco sono percorsi dai tempi lunghi, ma noi confidiamo nella forza e nella qualità di questa candidatura”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha introdotto l’approfondimento dedicato alla stampa, a Palazzo Balbi, sul lavoro di promozione e tutela in corso per i Fossili di Bolca e per la Cava della Pesciara.
All’appuntamento hanno partecipato l’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari, Giamberto Bochese, presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo “Val d’Alpone – Faune, flore e rocce del Cenozoico” che promuove la candidatura Unesco e Roberto Zorzin, geologo e responsabile scavi da 30 anni. Presenti anche Fabrizio Magani, Soprintendente alle Belle Arti e Paesaggio ad interim di Verona e l’architetto Massimiliano Valdinoci dell’Accademia delle Belle Arti Verona.
“Questo è stato un omaggio inatteso quanto inaspettato – ha aggiunto Zaia alla notizia di un fossile, di una ventina di centimetri di lunghezza, di una nuova specie di pesce, che gli scienziati hanno proposto di chiamare Zaiaichthys postalensis, come omaggio al presidente Zaia e alla Regione del Veneto a titolo di riconoscimento per l’importante sostegno alla tutela e alla valorizzazione del sito paleontologico e per l’appoggio al progetto di candidatura a sito Unesco della Val d’Alpone -. Ringrazio gli scienziati per l’intitolazione di questa scoperta, un pesciolino di 50 milioni di anni, che testimonia una volta di più il valore della Val d’Alpone e dei due siti paleontologici di Monte Postale e di Bolca con la sua Pesciara”.
La scoperta della nuova specie fossile permessa dalla campagna di scavi nella zona di Monte Postale in Val d’Alpone ha permesso inoltre di riclassificare altri due fossili che erano stati rinvenuti nella Pesciara di Bolca ed erroneamente classificati come appartenenti alla specie Psettopsis subarcuatus.
Ora anche i due fossili hanno un nuovo nome, la specie “Zaiaichthys watersi”, ed entrambi appartengono al genere Zaiaichthys.