“Il report di Lancet è il primo risultato veramente importante pubblicato su questo candidato vaccino”. Lo spiega Matteo Liguori, amministratore delegato della Irbm di Pomezia, la società che in partnership con l’Università di Oxford ne ha prodotto le prime dosi per la sperimentazione clinica, secondo il quale ora occorre attendere i risultati della fase 2-3, “con tutta probabilità dopo l’estate, auspicabilmente tra settembre e ottobre”.
ll report su Lancet “dimostra che è sicuro e stimola la creazione di anticorpi in oltre il 90 per cento dei casi. Con una doppia somministrazione, si arriva al 100 per cento. Per sapere se e per quanto ci protegge dal virus, dobbiamo aspettare i risultati della fase 2-3 della sperimentazione, attualmente in corso nel Regno Unito, in Brasile e in Sudafrica”.
“Si sta andando dietro al contagio, per testarlo in zone dove i focolai sono più forti e diffusi. Grazie all’ingresso nel progetto della multinazionale Astrazeneca è stato possibile dare, a tempo di record, una dimensione globale alla fase sperimentale clinica”. Cosa deve accadere, dopo lo studio di fase 2-3, per poter avviare la distribuzione? “Bisognerà avere la conferma che gli anticorpi generati difendono contro il Covid, cioè che sono in grado di impedire alla proteina della membrana del virus, la cosiddetta spike, di aggredire il recettore Ace-2. E poi capire come reagiscono al vaccino i soggetti più fragili”.
Se infatti “nella fase 1-2 il campione di 1.077 cui è stato somministrato il vaccino è stato selezionato tra volontari sani che hanno tra 18 e i 55 anni, la fase 2-3, invece, è realizzata su persone esposte a rischio contagio, sugli anziani e su chi aveva patologie preesistenti. È previsto anche uno studio clinico ad hoc per i bambini”.
Per quanto saremo coperti dagli anticorpi? “È presto per dirlo. Per adesso lo studio dimostra che rimangono nell’organismo almeno 56 giorni, che è l’intervallo di tempo del monitoraggio della fase 1-2”. Il candidato vaccino è stato somministrato seguendo il modello già usato per quello anti-malaria e anti-ebola. “Non sono state registrate reazioni importanti, se si eccettua, in qualche caso, un po’ di febbre”.
Mettiamo che tutto vada per il verso giusto anche nella fase 2-3, quando comincerà la distribuzione del vaccino in Italia? “L’obiettivo è arrivare alla distribuzione entro la fine dell’anno, diciamo a dicembre – continua Liguori – Il nostro governo ha siglato un accordo con Astrazeneca, insieme ad altri Paesi europei, per avere una prima tranche di 60 milioni di dosi, che sarà divisa tra i partecipanti. Saranno distribuite con algoritmi e modelli di calcolo che fanno parte di quell’accordo. Qualcuno lo avrà prima e qualcun’altro dopo”.
Brasile, 80 mila morti. E c’è il “rebus Africa”
Il Brasile ha superato gli 80mila morti per complicanze legate al coronavirus, mentre sono più di 2,1 milioni i contagiati. Lo riferisce il ministero della Sanità brasiliano, spiegando che nelle ultime 24 ore si sono registrati 632 altri decessi e aggiornando a 80.120 il totale dei morti. Altri due ministri del governo sono risultati positivi. Per quanto riguarda il numero dei contagiati, le autorità sanitarie brasiliane hanno riferito di 20.257 nuovi casi, aggiornando a 2.118.646 il totale dei positivi. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha avvertito nel frattempo che l’Africa potrebbe essere l’origine di una nuova grande epidemia di coronavirus. “Sono molto preoccupato adesso, perché stiamo iniziando a vedere un accelerazione della malattia in Africa”, ha detto il numero uno dell’emergenze per l’Oms Michael Ryan. Nel Continente africano si contano al momento 725mila casi confermati e 15mila morti. Il Sudafrica il Paese più colpito.
Sempre preoccupante anche l’India che è il terzo Paese (dopo Usa e Brasile) per numero di contagiati dal coronavirus, con 1.118.206 persone esposte al virus. La segue, con 776.212 positivi la Russia e poi il Sudafrica con 364.328 colpiti dal virus.