“L’Università di Verona è da sempre pioniera nelle biotecnologie vegetali e nel molecularfarming, cioè l’utilizzo delle piante come piccole fabbriche di farmaci. Ora stiamo lavorando alla produzione di un vaccino per il Covid-19 dalle foglie di tabacco, già da noi utilizzate per generare vaccini efficaci contro il diabete e l’artrite reumatoide ”.
La notizia è stata data da Mario Pezzotti, ordinario di Genetica Agraria dell’Università di Verona, durante l’assemblea annuale di Confagricoltura Verona, che lo ha premiato con l’inserimento nell’Albo d’oro dell’associazione per le sue ricerche sulle tecniche per accrescere la resistenza alle malattie delle piante e per la sua capacità di divulgazione. Il gruppo di ricerca, che comprende le professoresse Linda Avesani e Sara Zenoni, lavora infatti da decenni su varie applicazioni biotecnologiche ed è internazionalmente noto in particolare per lo studio della pianta della vite e del suo adattamento all’ambiente. Attraverso tecniche di analisi dei genomi, si cerca di capire come questa pianta possa adattarsi ai cambiamenti climatici e resistere ai patogeni e come possa dare il meglio di se stessa in alcuni territori rispetto ad altri.
“A Verona ci stiamo interessando anche di piante di tabacco che possono produrre vaccini – ha spiegato il docente -. In questo momento siamo coinvolti nella produzione di un vaccino per il Covid, perché il tabacco è una pianta modello che si può istruire geneticamente per produrre antigeni e anticorpi. Le piante sono degli ottimi bioreattori e possono essere utilizzate per incrementare la capacità di produzione di vaccini per immunizzare la popolazione mondiale. Non a caso sono state utilizzate per produrre gli anticorpi anti Ebola che hanno ricevuto l’avallo dell’Oms. Il nostro obiettivo, nell’ambito di un progetto europeo, consiste nell’istruire geneticamente le piante e portarle a produrre la proteina necessaria per il vaccino. Gruppi di scienziati in tutto il mondo si sono lanciati nella corsa al vaccino contro il Covid-19. La sfida sarà quella di produrre la molecola migliore e in grandi quantità, perché serviranno miliardi di dosi in tutto il mondo”. Il professor Pezzotti, durante l’assemblea di Confagricoltura Verona, ha ricevuto il riconoscimento dal presidente Paolo Ferrarese e dall’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan: “È con commozione che ricevo questo premio – ha detto -. Il rapporto con Verona è stato molto positivo. Sono arrivato a Verona nel 1998 con la mia famiglia, e il rapporto con questa città è sempre stato molto buono. Da allora sono passati 22 anni e ho percorso la mia carriera universitaria studiando la genetica delle piante. Ho fatto molte battaglie a favore degli ogm e continuerò a farle. È ora di colmare il gap tecnologico tra noi e gli altri Paesi. La ricerca ha bisogno di finanziamenti, sia pubblici che mediante l’apporto di privati. Produzione primaria, innovazione e sostenibilità sono le tre parole fondamentali che devono guidare la ricerca agricola. Perciò l’Italia deve far capire all’Europa l’importanza della ricerca in questo settore”.