Non si può pensare di gestire la “coda” invernale della campagna vaccinale con gli stessi modi attuati in primavera e in estate. Le attuali temperature esterne massime di 6-8 gradi centigradi (da frigorifero) richiedono la predisposizione di spazi o locali riscaldati nei quali i cittadini, specie quelli più anziani, possano attendere (possibilmente non ammassati) il proprio turno.
E’ quello che sostiene Adriano Felice, segretario generale Spi Cgil Verona.
“O, in alternativa- aggiunge- la svolta che come Sindacato dei Pensionati chiediamo da mesi per il coinvolgimento massivo dei medici di medicina di base, una questione che si trascina da ormai un anno.Chiediamo quindi all’Ulss e ai Comuni di attivarsi per scongiurare il pericolo che le scene che abbiamo visto a Bussolengo con tante persone in coda al freddo per ore e ore diventino usuali nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, perché rappresentano un vero e proprio disincentivo alla vaccinazione. Annotiamo anche che le generiche raccomandazioni di arrivare al centro vaccinale con non più di 10 minuti di anticipo e con la modulistica già compilata, rappresentano un approccio formalistico e burocratico del tutto incompatibile con le caratteristiche di una campagna di massa. Non da ultimo perché la viabilità e la mobilità della città, come di tante altre parti della nostra provincia, non brillano certo per accessibilità. Bisogna tener conto che un anziano con difficoltà deambulatorie accompagnato dal proprio caregiver si spostano con grande fatica!’’.
Il Sindacato si dice perplesso e preoccupato.
Il piano del Commissario Figliuolo, illustrato oggi con una circolare alle Regioni, prevede l’inoculazione di 4,6 milioni di dosi dal 1° al 12 dicembre, con una media di circa 400mila al giorno. Questo, per il territorio veronese, significa tornare ai ritmi di prima di agosto (quando la campagna vaccinale ha cominciato a languire), ma senza poter contare sull’hub vaccinale più grande alla Fiera e in assenza di un pieno coinvolgimento dei medici di medicina generale.
“Chiediamo- conclude Filice- allora di sapere se la dotazione degli attuali centri vaccinali all’Ospedale geriatrico, alla Caserma Duca e negli hub predisposti nel resto della provincia sia adeguata al nuovo sforzo che la sanità veronese è chiamata ad affrontare e che si predispongano le misure necessarie ad evitare disagi ed inutili sofferenze ai cittadini più anziani’’.