Usa&Russia, corsa per essere i primi Le grandi potenze si sfidano per anticipare tutti e immettere il vaccino sul mercato. Tutti sperano di accorciare i tempi e di arrivare al traguardo già all'inizio del 2021

Regno Unito
Servirebbero infatti nove miliardi di dosi per coprire tutta la popolazione mondiale. Morgan Stanley ha elaborato un rapporto “Covid 19: What to watch in vaccines”, in cui evidenzia i limiti delle capacità produttive delle aziende che hanno i candidati vaccini con maggiori probabilità di successo. Per esempio, la stima è che il vaccino di Astra Zeneca non possa essere prodotto prima dell’inizio del 2021 con una capacità produttiva pari a 300 milioni di dosi. Solo Moderna, Sanofi e Johnson&Johnson avrebbero la capacità di produrre un miliardo di dosi in un anno, ma non è detto che i loro vaccini siano tra i primi a essere autorizzati. Per questo, nonostante il monito dell’Oms, molti Paesi si stanno muovendo sul mercato per assicurarsi scorte importanti. Tra questi il Brasile e gli Stati Uniti. Il vaccino è stato sviluppato dall’Università di Oxford ed in Brasile è in fase di sperimentazione attraverso una partnership con la Fundacion Oswaldo Cruz, il principale centro di ricerca medica in America Latina.
Usa
Al momento la ricerca che risulta più avanzata è quella dell’azienda biotecnica Moderna, che sta lavorando in collaborazione con l’Istituto di sanità americano. “Con la Commissione Europea stiamo lavorando a chiudere ancora tanti contratti con grandi case farmaceutiche che sono al lavoro” sul vaccino anti-Covid. “L’Italia – ha detto Speranza al Senato – è in prima linea e fa parte del gruppo ristretto che chiuderà questi contratti: perciò appena una delle compagnie ci dà una notizia positiva, saremmo nelle condizioni di poter usufruire del vaccino”. La nostra nazione “ha sottoscritto tra le prime un’alleanza con Francia, Germania e Olanda e sta rappresentando il motore dell’iniziativa della Commissione Europea” per ottenere il prima possibile il presidio sanitario. Inoltre, “abbiamo sottoscritto – ha concluso – un primo accordo importante che ci consentirà di avere le prime dosi entro la fine del 2020. Si tratta di un vaccino elaborato all’Università di Oxford ma con una parte italiana, perché il vettore virale è stato realizzato da un’azienda di Pomezia. La rivista the Lancet ha riportato uno studio sulla fase 1 e 2 e dice che i risultati sono molto incoraggianti. La fase 3 è stata spostata in Brasile e Sudafrica”.

Nel frattempo continuano le sperimentazioni. Novavax, la poco nota società del Maryland che ha firmato un accordo da 1,6 miliardi di dollari con il governo americano per il suo vaccino contro il coronavirus, ha annunciato risultati incoraggianti in due studi preliminari. In uno dei due studio, 56 volontari hanno prodotto un alto livello di anticorpi contro il Covid-19, senza subire effetti collaterali pericolosi. L’altro studio è stato condotto su scimmie, che sono state efficacemente protette dal vaccino.
Russia
La prossima settimana dovrebbe poi arrivare l’annuncio dalla Russia del via libera alla somministrazione del vaccino messo a punto dall’Istituto Gamaleya di Mosca che, stando a fonti interne russe, il prossimo 14 agosto dovrebbe vedere il via libera ufficiale. “Contiamo molto sull’avvio della produzione di massa a settembre”, ha detto il ministro dell’industria Denis Manturov. “Saremo in grado di garantire volumi di produzione di diverse centinaia di migliaia al mese, con un eventuale aumento a diversi milioni entro l’inizio del prossimo anno”, ha detto, aggiungendo che uno sviluppatore sta preparando la tecnologia per la produzione in tre siti diversi nella Russia centrale. L’Oms ha reagito con cautela all’annuncio di parte degli scienziati russi, e ha ricordato che prima di concedere una licenza vanno completate tutte le fasi del test.