Uno studio sugli infortuni dei calciatori di serie A. Verona, un secondo posto da…evitare Le rose sono sempre più ampie, eppure le squadre fanno registrare infortuni in serie

Giorgio Pasetto*

A giudicare dalla traumatologia sportiva nel calcio professionistico non mi sembra eccessivo definire i calciatori professionisti “carne da macello”: un recente studio comparso su www.theathletic.com ha evidenziato la quantità di infortuni patiti nella stagione sportiva 2020/2021 dalle squadre italiane di serie A.La letteratura scientifica riguardante gli infortuni e le patologie dei calciatori ha avuto un incremento significativo negli ultimi anni. Gli studi epidemiologici evidenziano che gli infortuni sono aumentati: si tratta soprattutto di patologie osteo-articolari di origine macro e micro traumatica.
Nella prima categoria rientrano le distrazioni muscolari (bicipite femorale, adduttori e retto femorale), le distorsioni capsulo-legamentose (ginocchio, in particolare menischi e il legamento crociato anteriore) , le lussazioni (spalla) e le fratture (tibia e/o perone).
Nella seconda categoria rientrano invece tutte le sindromi da sovraccarico caratterizzate da un’insorgenza più lenta e subdola dei sintomi: tendiniti e fratture da stress.
Le cause principali sono riconducibili all’esecuzione ripetitiva di gesti tecnici, talvolta incoordinati ed effettuati con intensità e frequenze superiori alla resistenza dei tessuti.
Posture dinamiche scorrette contribuiscono a peggiorare il quadro, ormai “disastroso”, guardando solo i numeri.
Durante una gestualità motoria, la proiezione del baricentro al suolo, dovrebbe sempre cadere all’interno della base di appoggio, evitando così momenti di forza potenzialmente dannosi.
Quali potrebbero essere i fattori predisponesti dell’aumento della traumatologia sportiva nel calcio?
– preparazione fisica “spinta” alla massima prestazione;
– squilibri muscolari;
– potenziamento eccessivo in sala pesi;
– troppe partite;
– scarsa attenzione ai tempi di recupero;
– terreni di gioco eccessivamente veloci;
– calzature e tacchetti.
“Il problema che gli individui devono risolvere in qualsiasi comportamento motorio finalizzato è quello di assumere una gestualità altamente redditizia e minimamente pericolosa” (Walter Bragagnolo).
Con la letteratura scientifica in loro possesso, i preparatori atletici, i fisioterapisti e i medici sportivi, dovrebbero influenzare gli allenatori con lo scopo di migliorare la gestione globale, ma soprattutto quella specifica della gestualità sportiva, con lo scopo necessario di limitare i danni alle strutture articolari.
Perchè questo non avviene?
Nuove esercitazioni finalizzate alla prevenzione degli infortuni dovrebbero essere una costante quotidiana nella programmazione degli allenamenti
– propriocezione;
– mobilità articolare;
– gestione raffinata della forza e della potenza;
– flessibilità.
Le esercitazioni specifiche devono avere perciò lo scopo di ottenere risultati neuro-coordinativi migliori per le strutture osteo-articolari degli atleti.
*direttore centro Bernstein