Uno spettacolo di prevenzione, si raccontano quindici storie Con San Patrignano grazie al sostegno di Despar

Filippo non voleva passare per lo sfigato di turno. Francesca ci teneva proprio a provarla. Chiara l’aveva sempre vista in casa, non poteva certo far male. E così sono nate le loro prime esperienze con le sostanze, presto trasformatesi in vera e propria dipendenza. Per loro fortuna, per tutti l’ingresso a San Patrignano. Sono solo tre incipit delle quindici storie raccontate dalla giornalista e scrittrice Angela Iantosca nel suo libro “Una sottile linea bianca” (edito da Giulio Perrone, con prefazione del professor Antonio Nicaso) e trasformate, in accordo con la comunità, nell’omonimo monologo teatrale entrato a far parte del progetto di prevenzione WeFree di San Patrignano.Il format, grazie al sostegno di Despar e alla collaborazione dell’associazione Anglad di Verona, questa settimana, è arrivato a Isola della Scala per due spettacoli presso il cinema teatro Capitan Bovo. Giovedì sera lo spettacolo è stato aperto a tutta la cittadinanza, mentre oggi venerdì mattina il format sarà dedicato a 350 studenti di tre scuole: ENAIP Veneto SFP di Isola della Scala, istituto di Istruzione superiore “Ste­fani-Bentegodi” e istituto tecnico commerciale statale “Ettore Bolisani”.In scena ci saranno l’autrice Angela Iantosca e Federica, ragazza che ha concluso il percorso di recupero a San Patrignano che leggerà alcuni brani del libro: le vicende dei giovani si intrecceranno all’inchiesta della giornalista sino a concludersi con l’ingresso in comunità. Un format che permette di raccontare le emozioni, ma anche i numeri, gli aspetti tecnici e giornalistici del problema tossicodipendenza, che fa entrare lo spettatore nelle piazze di spaccio e nelle vite narrate. Un monologo cui farà seguito l’intervista della giornalista a Federica. Un modo efficace ed emozionante di coinvolgere gli spettatori, sensibilizzandoli e facendoli riflettere su una realtà a loro spesso vicina. “Speriamo possa essere un momento di riflessione per tutti gli spettatori presenti – spiega Patrizia Russi, una delle responsabili del progetto di prevenzione.