Riconoscimento internazionale a un team di scienziati dell’università di Verona. La rivista Nature Reviews Neurology ha pubblicato un lavoro relativo ai test diagnostici più avanzati nella malattia di Creutzfeldt-Jakob a opera del gruppo di ricerca coordinato da Gianluigi Zanusso e Salvatore Monaco docenti di Neurologia del dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento dell’università di Verona. La rivista, estremamente prestigiosa in ambito medico, affida la stesura delle review solamente agli esperti internazionali dei vari settori: la pubblicazione sancisce quindi un riconoscimento del team veronese tra i gruppi leader mondiali. La pubblicazione del lavoro fa seguito a una precedente pubblicazione, avvenuta sul New England Journal of Medicine ad agosto 2014, riguardante l’utilizzo del brushing nasale nella diagnosi della Malattia di Creutzfedlt-Jakob, metodo che ha aperto nuove possibilità nella diagnostica in vita di questa malattia fatale. Nello stesso anno, lo studio del team scientifico guidato da Zanusso e Monaco era stato citato dal National Institute of Health come uno tra i lavori più importanti e innovativi al mondo. Il team di scienziati dell’università scaligera studia da anni un gruppo di patologie neurodegenerative a evoluzione fatale che colpiscono sia l’uomo che gli animali. In questi ultimi, le forme conosciute sono la scrapie nella pecora e nella capra, l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse) e la “chronic wasting disease” negli ungulati (cervi ed alci principalmente in Nord America ma anche in Corea e più recentemente in Norvegia). Nell’uomo, la malattia più frequente è la malattia di Creutzfeldt-Jakob sporadica, una patologia neurodegenerativa a rapida evoluzione che porta a morte in pochi mesi e che, a oggi, non ha nessuna cura.
“L’agente patogeno delle malattie da prioni – spiegano gli scienziati – è una proteina patologica dotata di infettività denominato prione. Quest’ultimo rappresenta la forma patologica di una proteina prionica normale espressa in diversi tessuti (tessuto linfatico, muscolo, rene, fegato etc…), ma principalmente nel tessuto nervoso. L’aspetto innovativo dei nuovi test diagnostici consiste nell’ identificare il prione nel liquido cerebrospinale o nella mucosa olfattoria del paziente in vita permettendo una diagnosi di Malatia di Creutzfedlt-Jakob con una sensibilità e specificità del 100%. Per questa ragione, in presenza di un test al prione negativo possiamo indirizzare l’iter diagnostico verso altre malattie neurologiche, potenzialmente curabili. Utilizzando questi test di nuova generazione il team veronese sta lavorando per estenderne l’ applicazione anche ad altre malattie neurodegenerative”.