Traguardi analizza l’assurda vicenda della principale municipalizzata cittadina dopo il dietrofront di Fratelli d’Italia, Lega e Verona Domani. La situazione in cui versa AGSM, si legge in una nota, è lo specchio dell’immobilismo della nostra classe dirigente, attentissima quando si tratta di sollevare scontri ideologici e faide interne, ma sempre maledettamente assente quando in gioco c’è la strategia di lungo periodo da dare alle nostre aziende partecipate. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, la frenata di Lega e Verona Domani prima, e di Fratelli d’Italia poi, sull’accordo AGSM-AIM-A2A. Un fulmine a ciel sereno, perché da tre forze di maggioranza ci si aspetterebbe, come minimo sindacale, che riescano almeno ad andare d’accordo. E invece no, perché al centro delle loro preoccupazioni ci sono sempre mille ragioni, ma mai l’unica che dovrebbe pesare: la tutela e la crescita dell’azienda. La domanda che sorge spontanea è: la politica, se non dà la strategia, cosa ci sta a fare? Che ruolo ha il Socio se non tira le fila e guarda al futuro delle proprie aziende? Un atteggiamento grave quando di mezzo c’è una società importante come AGSM, ma che diventa gravissimo e drammatico quando riguarda la gestione del Comune di Verona, nella quale riconosciamo la stessa carenza di indirizzo politico, la stessa incapacità di dare alla città una direzione per il futuro.Nei prossimi tempi Verona dovrà affrontare cambiamenti ben più complessi della fusione di AGSM: come potrà far fronte a queste sfide se la politica continuerà ad chiudersi in se stessa, nascondendo con la scarsa trasparenza la propria mancanza di visione?