“I tempi per la costruzione del Piano strategico nazionale della Pac sono stretti ed in poche settimane occorre prendere decisioni importanti, con un impatto di lungo periodo sul settore agroalimentare. Le scelte riguardano non solo la politica europea, ma anche quella nazionale e regionale, perché ormai è tutto collegato e l’intera gamma di interventi a favore del settore deve essere impostata in modo unitario, integrato e sinergico”.
È l’analisi del presidente della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), Gianni Dalla Bernardina, alla luce della riunione dello scorso 8 settembre al Mipaaf, nel corso della quale il ministro delle Politiche agricole Patuanelli e lo staff del dicastero hanno proposto all’attenzione due elementi della futura Pac: gli obiettivi da perseguire e dai quali scaturiranno le future scelte e le prime parziali proposte in materia di regime ecologico che, come è ormai noto, rappresenta la più importante novità per quanto riguarda gli strumenti della Politica agricola comune 2021-2027, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
“Cai condivide l’impostazione data e non farà mancare il proprio contributo, con analisi, proposte e suggerimenti finalizzati a migliorare le prestazioni del sistema agroalimentare nazionale e renderlo competitivo e capace di affrontare i cambiamenti in corso – afferma Dalla Bernardina -. Riteniamo che sia necessario avere una particolare attenzione nei confronti dell’agricoltura di precisione, con interventi da attuare sia nel primo che nel secondo pilastro. Agire su tale campo non è solo utile, ma è anche necessario per rispondere alle richieste ed alle raccomandazioni della Commissione Ue, che non farà sconti all’Italia ed a nessun altro Paese membro sul delicato tema della sostenibilità”.
Cai chiede che con il 2023 ci sia un e diretto coinvolgimento degli agromeccanici nella fase di applicazione del Programma di Sviluppo Rurale. Il regolamento Ue in via di pubblicazione consente infatti al Mipaaf, alle Regioni e alle Province autonome di includere le imprese contoterziste tra i beneficiari degli interventi, con particolare riferimento agli investimenti, ai partenariati per l’innovazione, ai progetti di filiera e agli approcci collettivi per impegni agroambientali. Le scelte, sottolinea Cai, dovranno essere prese in Italia, non più a Bruxelles, non si potrà scaricare la colpa sull’Unione europea, se le imprese agromeccaniche verranno ancora una volta escluse dalla Pac.
“Vogliamo essere protagonisti in questo ciclo di riforma della Politica agricola comune e dare il nostro contributo all’ammodernamento del settore, offrendo alle imprese agricole e forestali, alla Pubblica Amministrazione, alla società e all’intera platea delle aziende agricole servizi qualificati, ad elevato contenuto tecnologico e con un impatto virtuoso per l’ambiente, la biodiversità, il benessere degli animali e la lotta al cambiamento climatico”.