Spettabile redazione,
sono un lettore de La Cronaca e un grande appassionato di basket, tifoso da vecchia data. Diciamo che ho fatto in tempo a vedere tutti i successi della grande Scaligera, di paron Vicenzi e Andrea Fadini, di Bucci e Mazzon. Oggi viviamo purtroppo un momento difficile, nonostante gli sforzi della famiglia Pedrollo, che non riesce a riportare in serie A la Verona del basket. Unica soddisfazione degli ultimi anni, la Coppa Italia di A2, niente se rapportata alla vera Coppa Italia vinta dalla Glaxo. Oppure alla SuperCoppa e alla Coppa Korac. Quando tornerà il grande basket a Verona?
Filippo, Verona
Caro Filippo,
molte cose le ha già dette lei, in questa radiografia sincera del baslet veronese. Che vive da anni nel limbo del basket italiano, senza riuscire ad accendere l’entusiasmo del pubblico veronese. Inevitabile, allora, vivere di ricordi. Perchè, ha ragione lei, non può essere la Coppa Italia di A2 qualcosa da rapportare ai trionfi dell’epoca d’oro di Mario e Giuseppe Vicenzi, quando la Scaligera lottava ai vertici del basket, vincendo quasi tutto quello che c’era da vincere, scudetto a parte.
Certo, i tempi sono cambiati, i mezzi economici pure, diverse sono anche le competenze, perchè è chiaro che neppure un dirigente come Fadini, si può pensare di replicare facilmente. Quello era un mix perfetto di passione, competenza, mezzi economici, entusiasmo, coraggio, intraprendenza. Sorretto dall’intelligenza di Giuseppe Vicenzi, abile a indicare la rotta, ma altrettanto bravo a delegare. Una delle sue frasi cult è sempre stata “…mi no capisso gnente de basket, spero de capir qualcosa de savoiardi e amareti…”.
Oggi, il mondo è cambiato, la sensazione è che gli anni migliori per la gestione Pedrollo siano in realtà già passati. Perchè nel frattempo, lo sponsor Veronesi ha ridotto il suo apporto, che nei primi anni aveva garantito mezzi per niente trascurabili. E così, il massimo delle aspirazioni sembra essere quello di “navigare a vista”, togliendosi qualche soddisfazione in A2 (diversa, tra l’altro, dalla A2 dei tempi d’oro…), ma senza grandi prospettive. Certo, non si vive di ricordi, si dice spesso. Ma è meglio averli, no?