Una Verona possibile ma inespressa. Un viaggio virtuale proposto dall’ordine degli architetti La città raccontata attraverso 29 progetti di tesi di laurea di giovani professionisti veronesi

Una Verona possibile ma “inespressa”, raccontata attraverso 29 progetti di tesi di laurea di altrettanti giovani architetti veronesi. È un viaggio “virtuale”, quello proposto nel primo numero 2020 di ArchitettiVerona, la rivista dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Verona, trimestrale di architettura e cultura del progetto che racconta la realtà veronese. Progetti scelti tra quelli di tanti giovani studenti universitari, oggi professionisti, che negli ultimi cinque anni hanno concluso gli studi nelle Scuole di Architettura del Nord Italia, scegliendo la loro città di origine, Verona, come oggetto della propria Ricerca creativa. I progetti si snodano lungo un percorso a tappe che approfondisce i temi forti propri di una città “composita” come Verona. Sei i focus proposti: la stratificazione storica e le origini della Verona romana; la valorizzazione delle sue Mura; la rigenerazione e le nuove funzioni e destinazioni d’uso di ex caserme, edifici storici, aree urbane ed ex aree industriali. In questo percorso si possono ammirare l’Antiquarium, un progetto di musealizzazione degli scavi della casa romana scoperta in Valdonega negli anni ’50 con la sua collezione di anfore; il recupero e valorizzazione delle scoperte archeologiche dell’ex Cinema Astra nella centralissima via Oberdan; la rigenerazione dell’area di San Giorgio in Braida a Verona con un recupero di continuità del sistema difensivo fortificato E una nuova struttura a scopo culturale e turistico. E ancora, uno Studio “per vivere le Mura” tra l’area di San Bernardino e i bastioni di Santo Spirito e dei Riformati, con l’ipotesi di una passerella a ricongiunzione dei bastioni. Quindi, progetti di restauro di alcuni Forti ma anche una proposta per l’ex Arsenale Asburgico. Idee di rigenerazione urbana dei Palazzi storici Bocca Trezza, Boldieri-Malaspina-Bottagisio e Palazzo Mosconi, con soluzioni di restauro e nuove destinazioni d’uso. Progetti per le ex caserme cittadine, le ex aree industriali – dalla Zai storica, all’ex Bam, all’ex lanificio Tiberghien, all’area Montedison di Legnago. Nuove visioni sui luoghi e i “Paesaggi” caratteristici del nostro contesto veronese: dalla campagna con le corti agricole, alla Valpolicella; dal “nostro” Fiume con l’idea di un Parco Archeologico nei pressi dell’Adige che contempla una valorizzazione del Lazzaretto; l’idea per un Parco dell’Adige Nord e un “museo diffuso” pensato lungo il sentiero CAI 651 sul Baldo, fino al Rifugio Telegrafo. «Un coinvolgente viaggio in una Verona possibile – spiega Amedeo Margotto, presidente dell’Ordine -. Visioni che testimoniano l’alto valore propositivo e qualitativo che l’apporto culturale dell’architetto porta nel progetto, quale risultato sinergico di più competenze. Ripartiamo dai giovani, ma per ri-mettere tutti i professionisti nella condizione di poter esprimere al massimo la propria creatività, liberando l’iter progettuale da tutto ciò che – inutilmente – rischia di soffocarlo e soffocare la professione». Per il direttore di AV Alberto Vignolo, si tratta di una vera e propria scorribanda tra le scuole di architettura del nord Italia.