Candidare tutte le aziende partecipate del Comune di Verona a ottenere la certificazione della parità di genere, prevista dal Pnrr e introdotta dalla Legge di Bilancio 2022, che attesta le misure adottate sui luoghi di lavoro per costruire una vera parità tra uomini e donne. Lo propone il movimento civico Traguardi. Fra l’altro, chi ottiene questo riconoscimento, a patto di soddisfare determinati requisiti, può accedere a sgravi contributivi e ha una via preferenziale anche per l’accesso ai fondi del Pnrr.
«La certificazione presuppone che si è compiuto un percorso concreto e strutturale verso la parità nei luoghi di lavoro, dunque può rappresentare una svolta», affermano Tommaso Ferrari, consigliere comunale, e Beatrice Verzè, vicepresidente di Traguardi. «Ma non solo. Si tratterebbe di un segno concreto della volontà di cambiare lo status quo, visto che a Verona, come ha dimostrato la recente nomina di un CdA tutto al maschile per Veronafiere, la questione della disparità non ha a che fare semplicemente con il pregiudizio, ma con un preciso sistema di potere».
Proseguono Ferrari e Verzè: «Di quanto è accaduto nei giorni scorsi si sta discutendo in tutta Italia, comprensibilmente. Il sindaco Sboarina ha tentato di mettere una pezza, affermando che “sono state individuate le competenze ritenute migliori per gestire questa fase della vita aziendale”, e a questo proposito aspettiamo di sapere quali siano, per esempio, quelle manageriali del neo presidente Federico Bricolo, ex senatore leghista, responsabile della campagna elettorale della Lega e anche dell’accordo per il sostegno al sindaco uscente. Ma non è tutto: nel maldestro tentativo di giustificarsi, Sboarina ha anche ricordato che le quote rosa non sono un obbligo per Veronafiere ed è vero, ma non serve sottolineare che ai vertici delle istituzioni non è più tollerabile nominare solo uomini. Semplicemente non è accettabile».