“Nuovo, imbarazzante capitolo della penosa vicenda della proposta fatta a gennaio dal Comune di Verona di intitolare una via cittadina all’onorevole Giorgio Almirante.
La città che sale ha potuto consultare le due surreali lettere inviate in gennaio alla Prefettura di Verona dalla Giunta di Palazzo Barbieri, evidentemente in grande imbarazzo, se non in preda al panico, di fronte alle 2200 firme raccolte in pochi giorni da La città che sale contro quella proposta; e allo sconcerto manifestato dalla intera stampa nazionale verso la sciagurata iniziativa, per di più abbinata, contro ogni buon senso, alla contemporanea concessione della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre.
Vediamo i fatti. Il 20 gennaio 2020 la Giunta al completo invia una lettera alla Prefettura di Verona contenente copia della “Delibera di giunta comunale n.3 del 08.01.20 istituzione di un nuovo toponimo Giorgio Almirante”.
Nella delibera, non è indicata quale strada intitolare… Va da sé che scegliere un vicolo cieco o un grande viale è un aspetto decisivo e che la Prefettura non può perciò decidere in merito. Tanto che chiede al Comune una “integrazione”. Ma la lettera non è solo priva di questo elemento: manca anche di un profilo biografico dell’onorevole Almirante che sostenga le ragioni della proposta! E come si fa a decidere?
Il Comune, allora, il 29 gennaio, ottempera, ma solo in parte, alla richiesta: in una lettera spiega che “il toponimo proposto non è al momento assegnato ad alcun sito” e che “in base alle future esigenze di denominazione di strade o piazze, sarà effettuata la scelta del luogo di intitolazione”.
La stessa lettera, tuttavia, soddisfa la seconda richiesta di integrazione, trasmettendo alla Prefettura. Lungi dall’esaltarne la figura, ci si aspetterebbe da chi vuole onorare una personalità, i testi distruggono in un colpo solo la credibilità dell’onorevole – essendo veritieri – e di chi ha fatto la proposta.
Dell’uomo a cui il Comune vorrebbe intitolare una strada, il Comune stesso, infatti, fornisce delle informazioni come queste: “Nel 1938 è..segretario di redazione della ‘Difesa della Razza’, il periodico razzista diretto dallo stesso Interlandi”… “Tra i firmatari nel 1938 del Manifesto della Razza…e segretario della rivista antrisemita e razzista ‘La difesa della razza’, il 5 maggio 1942 scriveva sulla stessa: ‘il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti , se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza”…
I documenti allegati dal Sindaco ci rincuorano sulla nostra obiettività: nella Lettera aperta che inviammo al Prefetto nel gennaio scorso, ricordavamo, dell’onorevole Giorgio Almirante, esattamente gli stessi trascorsi biografici. Come interpretare un pasticcio del genere? Confusione ideologica? Ingenuità? E chi lo sa. Di nuovo, rischiamo di fare ridere tutta Italia. Desideriamo perciò rivolgere all’avv. Sboarina una sola, piccola domanda sincera: “Signor Sindaco, ma se voi stessi pensate tanto male di Giorgio Almirante, come vi è saltato in mente di proporlo per una via cittadina”.