Anna Ghilardi, bresciana di nascita e residenza, ma abituale frequentatrice delle terre veronese, dove risiedono parenti ed amici, è in libreria con il suo secondo romanzo dal titolo IL NASTRO DELLE MARGHERITE, che ha per protagonista Martina, donna stanca del suo lavoro, troppo monotono e noioso, al punto da licenziarsi e tornare a vivere nella casa dei nonni, nel cuore della Franciacorta.
Cos’altro possiamo dire della trama de “Il nastro delle margherite”?
«In Martina, la scelta di tornare nella casa dei nonni scaturisce quando sente i suoi genitori parlare di nonna Minù. Sono preoccupati per lei, perché essendo sola già da qualche anno a causa della scomparsa del nonno, hanno paura che le possa succedere qualcosa di pericoloso. La ragazza è molto legata alla casa di sua nonna, fin da bambina quando ci trascorreva le vacanze estive e le piaceva molto stare in quella cascina situata nel cuore della Franciacorta. Decide di trasferirsi dalla nonna per aiutarla e farle di compagnia. Questo è solo l’inizio della storia, in cui non mancheranno colpi di scena, amori, amicizie ritrovate e tanto altro ancora.»
Romanzo incentrato sui sentimenti forti dell’amicizia e dell’amore
«Nella sua permanenza dalla nonna, Martina ritrova l’amico con cui trascorreva le giornate estive, che col passare degli anni aveva perduto. Allaccia nuove amicizie e fa conoscenza del medico del paese, uomo affascinante e ambito da molte donne. Tra l’amico ritrovato e il medico si creerà una sorta di gara per far colpo nel cuore della ragazza, seppure in maniera diversa.»
Ma trova spazio anche il tema attualissimo della solitudine degli anziani
«Nella storia sono narrati anche episodi che riguardano nonna Minù. Chi ha in casa o conosce una persona anziana, saprà che spesso sono soli perché le famiglie sono alle prese con gli impegni quotidiani. Ci sono casi in cui si verificano situazioni legate alla demenza, che ad una certa età può capitare, ed io avendo esperienza in questo settore, come operatore socio sanitario, ho raccontato situazioni vissute di persona, per rendere l’idea di quello che può accadere quando una persona anziana, con disturbi alla memoria, resta troppo sola a lungo, rischiando di essere un pericolo per gli altri, ma soprattutto per se stessa.»
C’è una morale per questo suo libro?
«Prendersi cura di chi in passato si è preso cura di noi, in base alle disponibilità e agli impegni quotidiani. Ascoltarne le esigenze, valutare le necessità e fare una scelta non solo per noi stessi, ma soprattutto tenendo conto di cosa sia meglio per loro, senza anticipare il momento per la fretta di sbarazzarsi di un peso, o nemmeno indugiare troppo, quando c’è bisogno di intervenire.»
Cosa possiamo aggiungere per incuriosire i nostri lettori a leggere “Il nastro delle margherite” edito da Acar Edizioni e scritto da Anna Ghilardi?
«Nel mio romanzo, come dice appunto il titolo, c’è la presenza anche di questo nastro, che in diverse occasioni appare durante la narrazione della storia. Un nastro che per qualcuno sarà molto importante dal punto di vista affettivo e farà capolino anche nel finale, lasciando i personaggi del racconto a bocca aperta. Inoltre, quando il romanzo giunge al termine, ci sono delle pagine in più, in cui troverete delle poesie, scritte anche queste da me. Non sono lì per caso, ma hanno un ruolo specifico; si collegano alla storia e leggendola capirete il perché. Così, in un unico libro, trovate sia un romanzo che delle poesie: due cose in una; cosa chiedere di più? -conclude sorridendo Anna Ghilardi