di Maurizio Battista
Venerdì si terrà al Tempio votivo, davanti alla stazione e non in Duomo come previsto in origine, la preghiera dei giovani come segno di speranza, di pace, di luce dopo la tragedia di domenica mattina che ha visto un poliziotto costretto a difendersi dall’aggressione del giovane Diarra Moussa, rimasto ucciso. Il vescovo Pompili vuole giustamente sottolineare, dopo che a maggio Verona è stata protagonista dell’Arena di pace con papa Francesco, la necessità di costruire orizzonti diversi dalla disperazione. Perché quello che è accaduto domenica mattina, quando muore un ragazzo e un poliziotto è costretto a sparare rappresenta un fallimento per tutti.
Un fallimento delle politiche di assistenza e accoglienza per contenere il disagio sociale, un fallimento delle politiche di sicurezza nazionali e locali con agenti delle forze dell’ordine costretti a affrontare turni difficili, situazioni delicate, carenze di organico, un fallimento della politica nazionale e locale che continua a dare risposte non efficaci e insiste su strade che non portano risultati. Perché le stazioni di tutte le grandi città sono ormai ostaggio di bande criminali, teatro di aggressioni, violenze, furti. E quella di domenica mattina sembra purtroppo una tragedia annunciata.