Una riflessione sull’uomo e sull’umanità, sulla sua condizione di perenne conflitto e sulle speranze di solidarietà e fratellanza universale. Dopo “l’attualità ecologica” del “Canto della terra” di Mahler nella trascrizione in danza di Mvula Sungani, la rassegna di danza del Teatro Ristori prosegue, il prossimo sabato 19 novembre (ore 20), con lo spettacolo “La Nona (dal caos, il corpo)” della Compagnia Zappalà Danza, proposta di altissimo livello artistico, anch’essa – involontariamente – di drammatica attualità nel suo “eterno” ed universale richiamo ad una pacificazione tra i popoli e tra gli uomini. Premiata nel 2015 con il prestigioso riconoscimento DANZA&DANZA come “Produzione italiana dell’Anno”, La Nona è il nuovo tassello che arricchisce il progetto “Transiti Humanitatis” del coreografo siciliano Roberto Zappalà per i testi di Nello Calabrò. Dopo “Invenzioni a tre voci”, creazione dedicata alla donna e “Oratorio per Eva”, omaggio alla figura simbolica di Eva, l’ultima sinfonia di Ludwig Van Beethoven, la n° 9 op. 125, nella trascrizione “da camera” per due pianoforti di Franz Liszt, diventa la fonte d’ispirazione per questo nuovo spettacolo della compagnia, il filo che collega – anche visibilmente – il viaggio dell’uomo, il transito dell’umanità, dal caos alla vita, da esseri, a uomini, a fratelli. «Quando immagino una Stagione, oltre alla qualità artistica degli spettacoli, che naturalmente sta alla base di ogni scelta – la riflessione del direttore artistico, Maestro Alberto Martini -, desidero che in essi ci sia un messaggio, contenuti che possano far riflettere su temi importanti per la nostra esistenza. Credo che la Nona Sinfonia di Beethoven sia particolarmente attuale, accompagnandoci in un grande percorso dal buio alla luce: il passaggio da uno stato di angoscia, frenesia, affanno attraverso la speranza, la dolcezza, fino ad arrivare alla gioia, intesa come slancio vitale e impegno ottimistico a superare gli egoismi, in una fratellanza di tutti gli uomini, sicuri dell’esistenza di un caro Padre».