La voce della natura, fatta di cinguettii di uccelli oppure del suono delle onde del mare, ci aiuta a capire quanto è importante la biodiversità un percorso espositivo scenitifico-divulgativo unico nel suo genere realizzato al Museo di Storia Naturale di Verona.
L’appuntamento è con “Soundiversity, la voce della biodiversità” la mostra temporanea che resterà visibile al pubblico fino al 19 novembre.
Un viaggio esperienziale, che parte dal concetto di biodiversità per arrivare alla consapevolezza della sua importanza attraverso un’immersione tra le voci della natura, accompagnati da testi informativi ed exhibit interattivi che coinvolgono adulti e bambini.
“La mostra è frutto di una lunga collaborazione tra il Museo di Storia Naturale – spiega l’assessora alla Cultura Marta Ugolini – e le associazioni che si occupano di ambiente e didattica. Un progetto di rete particolarmente interessante, che parla di temi importanti in modo originale. Il museo, infatti, ha tra le sue principali attività il monitoraggio e lo studio della biodiversità: una corretta gestione del territorio non può infatti prescindere dalla sua conoscenza e divulgazione. La cittadinanza ha l’opportunità di avvicinarsi alla natura ascoltandone i suoni e immaginnandone tutta la particolarità e bellezza”.
Una traccia sonora realizzata da Fondazione AIDA con la voce di Alice Canovi e il montaggio del sound designer Enrico Bellaro rende la visita alla mostra un’esperienza immersiva e ricca di suggestioni.
I materiali e le forme che supportano i testi sono stati scelti per rappresentare da un lato l’aspetto standardizzato e artificiale di un ambiente antropico, e dall’altro le forme più organiche e imperfette della natura.
La mostra prende la forma di alberi, prati, onde del mare, ma anche di spigolose e grigie geometrie, scelte come supporti per l’ultima parte del percorso dedicata alla perdita della biodiversità, alla sua entità e alle sue cause, a partire dalle grandi estinzioni di massa della storia del nostro pianeta per giungere alla “sesta estinzione” dei giorni nostri.
La mostra è parte del progetto Soundiversity sostenuto da Fondazione Cariverona e ideato da Biosphaera in collaborazione con importanti partner come Fondazione AIDA, Verona FabLab, Fondazione ARCA e Progetto MegaHub.