Oggi si svolgeranno iniziative atte a sensibilizzare l’opinione pubblica e volte ad approfondire gli studi di questa ancora troppo oscura malattia. La Fibromialgia, o Sindrome Fibromialgica (FMS), è una patologia cronica e sistemica con sintomi complessi e invalidanti. L’origine del disturbo non è del tutto chiara, potrebbe coinvolgere anomalie del sistema nervoso o disfunzioni di tipo psicosomatico attivate da fattori stressogeni. La letteratura scientifica indica che colpisce tra l’1 e il 3% della popolazione mondiale (2 milioni in Italia), numeri che ne fanno la seconda malattia reumatica, in termini di diffusione, dopo l’osteoartrosi, con una netta prevalenza femminile.
La Fibromialgia si caratterizza per diffusi dolori all’apparato muscolo-scheletrico, in assenza di segni di infiammazione, in associazione con affaticamento, disturbi del sonno, deficit di memoria e concentrazione, ansia, disturbi del tono dell’umore e tante altre problematicità, che possono confondere ulteriormente il quadro o essere fuorvianti nella fase diagnostica, generando importanti perdite di tempo. I sintomi della Fibromialgia interessano anche la sfera cognitiva e comportamentale, con ripercussioni sulla routine quotidiana.
La metà di chi ne è affetto sperimenta almeno un episodio di Depressione Maggiore nel corso di vita e spesso la sua storia anamnestica è segnata da eventi traumatici. È proprio la copresenza di elementi di natura organica e psicologica e l’assenza di un nesso causale a rendere questa patologia così complessa. A causa della multiformità dei sintomi è, e resta, oggetto di studio di diverse branche mediche, quali la reumatologia, la neurologia e la psichiatria, che oggi ancora faticano a costruire un modello unitario della patologia.
Possono passare diversi anni, si stima fino a sette, tra la comparsa dei primi sintomi e la diagnosi. La mancanza di una diagnosi precoce e univoca crea spesso ulteriore disagio in chi ne è affetto, che non si sente compreso e accolto nella propria sofferenza. Tutto ciò ha un effetto deleterio sul paziente, perché contribuisce a generare confusione, rabbia, solitudine, che a loro volta favoriscono l’instaurarsi di una condizione di stress cronico, che contribuisce a peggiorare i sintomi algici e la percezione del dolore. Importante è quindi potenziare la ricerca per riconoscere i sintomi, il decorso e per meglio affrontare la malattia. Il trattamento della Fibromialgia include un trattamento multidimensionale, cui afferiscono terapia farmacologica e psicofarmacologica, esercizi mirati e psicoterapia. Utili anche le terapie corporee e training specifici per l’apprendimento di tecniche di rilassamento che possono aiutare il paziente nella gestione dello stress. Il trattamento è sempre mirato alla riduzione dei sintomi e al miglioramento dello stato di salute generale.
Sara Rosa, psicologa e psicoteraputa