“Quando si decide che l’arte non è indispensabile per la società, ci si impoverisce ”. Questo il pensiero di Sara Meneghetti, membro del direttivo di Fucina Culturale Machiavelli, startup culturale che ha dovuto fare i conti con la chiusura delle sue attività a causa dell’emergenza sanitaria. Un nome che è ispirato al gioco delle carte: dall’idea che l’arte, e soprattutto l’impresa di vivere d’arte, debba continuamente rimescolare i semi e i numeri, saper accostare linguaggi diversi, reinventarsi.
Mi parli di Fucinaflix e dello spettacolo per bambini organizzato con la vostra Orchestra.
Fucinaflix è la prima iniziativa che abbiamo introdotto in modo completamente gratuito per coinvolgere gli spettatori e per tenere aperto un canale di comunicazione con loro, mettendo a disposizione i video integrali degli spettacoli teatrali e dei concerti. Per quanto riguarda la produzione di “Pierino e il lupo”, è stata un’iniziativa pensata specificatamente per i bambini e ha avuto grande successo di visualizzazioni da parte delle famiglie. Sono stati coinvolti i musicisti della nostra Orchestra, che si sono prestati volentieri a questo scopo.
Quanto è stato importante dedicarsi all’arte anche in un periodo come questo?
Si è usato tanto il termine “utilità”. Le prime a chiudere sono state le realtà che avevano meno utilità sociale, quelle considerate poco indispensabili. Questa è un’affermazione un po’ pericolosa, nel senso che quando si decide che l’arte e tutto quello che è legato alla cultura è inutile o non indispensabile alla società, l’immagine della società che abbiamo è abbastanza impoverita. Questo pensiero ha provocato conseguenze disastrose per tutto il mondo dello spettacolo.
Quali sono state le difficoltà che avete riscontrato fino ad ora?
Una categoria di lavoratori sparsi su tutto il territorio nazionale che si sono sentiti abbandonati, vittime di gravi perdite economiche. Un impatto non solo finanziario, ma anche psicologico. Basti pensare che alcuni dei nostri musicisti facenti parte dell’orchestra hanno deciso di abbandonare lo studio dello strumento; hanno perso la motivazione per andare avanti. Non potremo, per esempio organizzare concerti con la nostra orchestra, perchè questo crea di per sè assembramento. L’incertezza sul futuro è l’aspetto peggiore, e nonostante la data del 15 giugno per riaprire i teatri, sappiamo che sarà dura per molti mesi Per questi due mesi e mezzo non abbiamo nessun flusso di cassa per pagare gli stipendi dei collaboratori e dei fornitori Restano in piedi poi le spese fisse, quindi l’affitto dello spazio e gli stipendi dei dipendenti fissi, tra cui gli uffici gestionali e amministrativi.
“Non molliamo, teniamo duro”
Quali sono i progetti futuri di Fucina?
Fucina ha messo in campo molte attività per cercare di far fronte a questo momento di crisi. Alcune riguardano una vera e propria riconversione di progetti collaterali, non legati allo spettacolo dal vivo, ma all’educazione e alla formazione. Altri riguardano la sperimentazione artistica, come uno spettacolo programmato per il 5 giugno; un prodotto scritto appositamente per il canale Zoom (simile a Skype, ndr), come fosse una videochiamata. In cui gli spettatori sono gli interlocutori dello spettacolo. Sembra poi che riprenderemo una produzione per la quale avevamo già vinto un bando di finanziamento da parte di SIAE. Una novità che quando è stata scritta non aveva nemmeno sfiorato l’eventualità che si potesse finire in questa situazione, ma che per fortuna è totalmente compatibile. Infatti sarà fruibile da uno spettatore alla volta tramite un visore di realtà virtuale.
Quali consigli ai colleghi del settore?
Il mio consiglio è quello di tenere duro, non mollare e fare rete con altri teatri e realtà affini alla propria. Lo scopo sarebbe quello di non lasciare indietro nessuno. Per quanto ci riguarda, stiamo sfruttando la nostra inventiva e creatività che ci caratterizzano, per trovare soluzioni alternative, idee nuove. Per il resto, il nostro lavoro gestionale e organizzativo non si è mai veramente fermato, quindi guardiamo al futuro con timore ma con la forza e l’entusiasmo di sempre.
Beatrice Castioni