Una firma per “Figlie e figlie d’Italia”. Verona capofila in Veneto L’obiettivo è quello di ridurre da 10 a 5 anni il periodo per diventare cittadini italiani

Verona capofila in Veneto nella raccolta firme in favore della campagna “Figli e figlie d’Italia”. L’obiettivo è quello ridurre da 10 a 5 anni il periodo di soggiorno legale continuativo in Italia per i maggiorenni stranieri necessario per diventare cittadini italiani. Un risultato che adeguerebbe l’Italia alla legislazione di molti paesi europei, oltre a farla tornare alla normativa che esisteva prima del 1992. E’ quanto chiede il quesito referendario della campagna “Figli e Figlie D’Italia” che il primo cittadino Damiano Tommasi è stato il primo sindaco veneto a firmare. Depositata lo scorso 4 settembre in Cassazione da “Italiani senza cittadinanza”, “Cittadinanza attiva” e altre realtà della società civile e dei partiti, la campagna ha già raccolto e superato le 500mila firme necessarie per raggiungere il quorum. Il sostegno della città di Verona è stato ribadito dal sindaco Damiano Tommasi nel punto stampa a Palazzo Barbieri. Presenti la vicepresidente del Consiglio comunale Veronica Atitsogbe, la rappresentante del comitato promotore (+Europa) Anna Lisa Nalin, referente dell’associazione Congi Mariam Grissi e Paula Cara dell’associazione Parte Giusta. Presenti in sala Arazzi anche l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Buffolo, le consigliere comunali PD Alessia Rotta e Traguardi Beatrice Verzè e il consigliere comunale Damiano Tommasi Sindaco e presidente della 1^ Commissione consiliare Giacomo Piva e i rappresentanti delle associazioni Inclusione Serena Tosi Santoro, Afroveronesi Michael Kolade, Malve di Ucraina Marina Sorina. “Il sostegno unanime di consigliere e consiglieri di maggioranza a questa campagna referendaria è una ulteriore dimostrazione di quanto stiamo facendo concretamente come Amministrazione in favore al tema della cittadinanza”, ha evidenziato Veronica Atitsogbe. Il numero dei beneficiari potenziali dell’effetto del referendum è molto significativo, perché secondo le statistiche ISTAT sugli oltre 5 milioni di stranieri legalmente residenti in Italia al 1° gennaio 2023, sono oltre 2.300.00 i cittadini extra UE già titolari del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo; un permesso che viene rilasciato a chi ha requisiti simili a quelli richiesti per l’acquisto della cittadinanza. Con tempi dimezzati rispetto a quanto accade oggi, molti degli stranieri potrebbero decidere di presentare la domanda di concessione della cittadinanza, e ottenendola, diventerebbero automaticamente cittadini italiani anche i loro figli minorenni e conviventi. Si tratterebbe di una modifica non esaustiva della necessità di una più ampia riforma della cittadinanza per nascita (ius soli), e di quella che si potrebbe acquisire a seguito della frequenza scolastica da parte di un minore: il cosiddetto ius scholae, oggetto di tanti dibattiti. Da precisare che la procedura per ottenere la cittadinanza resta di tipo concessorio e lo straniero maggiorenne per ottenerla dovrà dimostrare un forte radicamento sociale, una stabilità economica ed essere incensurato dal punto di vista penale.