Questo festival del diritto è stato voluto e si celebra in un momento di crisi generale, di crisi di credibilità della forza del diritto e della legge, di arretramento del potere pubblico sul fronte della attività legislativa e soprattutto di crisi della cultura giuridica. Tutto questo si inscrive nella più generale crisi di senso del mondo contemporaneo, in un diffuso arretramento delle libertà del cittadino, che è disponibile a rinunciarvi in cambio di sicurezza economica e fisica. Tra economia e democrazia si allarga sempre più una voragine, che si vorrebbe colmare con codici etici strumentali, i quali hanno una valenza eminentemente pubblicitaria e che sottendono il tentativo di autogoverno della finanza e dell’economia, a scapito di una politica economica. Quello che manca è proprio una politica economica che superi la tendenza alla massimizzazione del profitto, che imponga il rispetto dei diritti di chi lavora e protegga l’ambiente. In questo disastrato contesto si inscrive l’assoluta mancanza di un diritto calcolabile, in grado cioè di essere oggetto di previsioni ragionevoli da parte del cittadino e dell’operatore economico razionale. Se questa è la situazione, il nostro festival intende contribuire nel metodo e nei contenuti ad una inversione di tendenza, superando la crisi della cultura giuridica, che si manifesta anche come crisi dell’attività legislativa, incapace di mettere ordine in un diluvio di norme statali ed europee, regolamenti che aumentano in modo abnorme il potere della burocrazia, prescrizioni di soft law ad uso e consumo di pochi chierici. Diciamo allora che il diritto non va studiato solo con metodo giuridico, altrimenti si perdono di vista contesti, temi, problemi e fattori condizionanti che interagiscono con il diritto, sia nella produzione delle norme, che nell’applicazione giurisdizionale. Solo contaminando la cultura giuridica con l’analisi della realtà, con la ricerca di senso per il cittadino anche per la semplice comprensione delle norme, con la previsione della ricaduta sociale a lungo termine di quelle norme si può pensare di superare la crisi attuale. Queste giornate si propongono esattamente questo metodo, offrendo contenuti molto vari (l’ambiente, il governo della cosa pubblica, la produzione alimentare, la gestione della giustizia amministrativa e molti altri) in aperto confronto con i cittadini, gli studenti, gli operatori economici. Se il metodo si rivelerà corretto avremo contribuito a dare senso alla convivenza democratica e potremo pensare che questo sia il primo appuntamento annuale di una vera festa del diritto.
ll Presidente del Comitato promotore
Avv. Lamberto Lambertini