Dopo due vittorie consecutive, ottenute contro Sassuolo e Lecce, entrambe dirette concorrenti nella lotta per la salvezza, la corsa del Verona si è fermata davanti all’ostacolo Milan. Troppo forte, probabilmente, per la formazione di Marco Baroni, la squadra rossonera, senza dubbio organico di provvisto di qualità superiore, come testimonia inequivocabilmente anche l’attuale classifica. Per fare punti in partite come questa, come aveva puntualizzato lo stesso tecnico gialloblù nella conferenza stampa della vigilia, serve disputare la partita perfetta, riducendo al minimo la percentuale di errore. Questo, purtroppo, non è stato possibile tuttavia, anche all’interno di un risultato negativo, non sono mancati gli aspetti positivi. Spunti che fanno ben sperare per il futuro e che consentono di mantenere vive e intatte le speranze di salvezza.
SQUADRA VIVA E ACCESA
I gialloblù hanno dimostrato contro i rossoneri di essere squadra viva, organizzata, capace di non disunirsi davanti alle difficoltà, e pronta a soffrire buttando sempre il cuore oltre l’ostacolo. Andati sotto di due reti hanno avuto la forza di riaprire la partita, alimentando anche il sogno di un’insperata rimonta. Un desiderio definitivamente soffocato dal terzo gol milanista. Marco Baroni, comunque, come abbiamo già avuto modo di evidenziare, sta compiendo un piccolo capolavoro. In poche settimane è riuscito a portare a bordo tutti i nuovi arrivati e si trova ora in mano un gruppo coeso in grado di potersela giocare alla pari con chiunque. Milan compreso.
ERRORI CHE PESANO
“Abbiamo regalato due gol al Milan” è stato il pensiero espresso da Marco Baroni al termine della partita. L’analisi schietta e sintetica descrive in sintesi le due situazioni che hanno inciso in maniera netta sul risultato finale. In entrambe le reti rossonere, infatti, c’è l’evidente responsabilità della retroguardia gialloblù. Nell’occasione della prima rete di Theo Hernandez è stato Duda a chiudere con eccessiva sufficienza sul terzino francese quando quest’ultimo si trovava oramai sulla linea di fondo mentre nell’azione del raddoppio pesa come un macigno l’enorme ingenuità commessa da Dawidowicz, che per troppa sufficienza si è fatto rubare la palla da Okafor che ha servito per l’appoggio vincente di Pulisic. Una piccola responsabilità ricade in questo caso anche sulle spalle di Cabal, apparso in netto ritardo sulla diagonale difensiva, necessaria per contrastare l’inserimento vincente dell’attaccante rossonero.
TUTTO COME PRIMA
La battuta d’arresto patita contro la squadra di Stefano Pioli alla fine è risultata quasi indolore, Tutte le dirette concorrenti, infatti, ad eccezione del Lecce vittorioso in casa di una Salernitana oramai diretta in B senza passare dal via, hanno perso. La situazione di classifica, quindi, è rimasta immutata. Tutto come prima. Ora arriva la sosta durante la quale ci sarà il tempo per un piccolo tagliando cercando di affinare tutti i dettagli che hanno bisogno di essere migliorati. L’attenzione è quindi rivolta alla ripresa quando il calendario metterà di fronte l’impegnativa trasferta di Cagliari. In Sardegna servirà il miglior Verona per portare a casa un risultato positivo. Gli errori, se si vuole raggiungere il traguardo, non sono ammessi.
Enrico Brigi