E’ il 31 agosto 1997. Una notizia sconvolge il mondo intero. Diana Frances Spencer, al secolo Lady Diana, è morta. A causarne il decesso è un terribile incidente stradale. La principessa di Galles, ex moglie dell’erede al trono del Regno Unito Carlo, ha solo 36 anni.
Siamo a Parigi, attorno a mezzanotte e mezza. La macchina in cui viaggia la donna si schianta all’interno di una galleria sotto il Pont de l’Alma.
Assieme a lei ci sono il suo nuovo compagno, Dodi Al-Fayed, l’autista Henri Paul e il bodyguard Trevor Rees-Jones. Al-Fayed e Paul muoiono sul colpo. Lady Diana e Rees-Jones vengono, invece, trasportati in ospedale. Lì, la donna muore per le ferite riportate. Il bodyguard sopravvive.
I funerali della principessa avvengono il 6 settembre successivo a Londra. Sono celebrati presso l’abazia di Westminister. Il corpo viene poi sepolto lo stesso giorno con una cerimonia privata. Il luogo scelto è un’isola nel parco dell’Althorp House (Northampton, Regno Unito), la residenza degli Spencer.
Sia le autorità britanniche che quelle francesi hanno indagato sulla vicenda. Quello che è emerso è che la macchina stava viaggiando ad elevata velocità, verosimilmente anche per sbarazzarsi dei paparazzi. Inoltre, gli esami tossicologici hanno rivelato che l’autista stava guidando sotto l’effetto di alcool e antidepressivi.
La tragica morte di Lady Diana ha avuto una forte risonanza in tutto il mondo. Ciò ha portato alla formazione di tutta una serie di teorie complottiste sugli eventi di quella notte.
Le varie tesi hanno tutte un punto che le unisce. Concordano, infatti, che qualcuno volesse uccidere la principessa.
Questa linea di pensiero ha avuto un ulteriore slancio nel 2003. Il 20 agosto di quell’anno, infatti, il tabloid britannico the Daily Mirror pubblica una lettera. Una missiva che sembra essere scritta proprio da Lady Diana in persona 10 mesi prima del fatale incidente. In essa Diana si dice preoccupata che qualcuno stia orchestrando un suo incidente stradale. Dice che il piano è manomettere i freni della vettura. La motivazione è quella di spianare la strada per un nuovo matrimonio dell’ex marito Carlo.
La lettera sembra quindi dare una conferma ai complottisti. Sempre secondo alcuni di loro, il principale mandante risulterebbe essere proprio la famiglia reale inglese. Questo soprattutto per il fatto che i rapporti con la principessa si sono molto incrinati dopo il divorzio con Carlo.
Le teorie complottiste hanno anche indicato dei possibili esecutori materiali.
Alcune puntano il dito contro i paparazzi. Fin dall’inizio, in molti hanno dato ai fotografi che seguivano Lady Diana parte della colpa. Quello che cambia qui è il fatto che si afferma che non abbiano accidentalmente contribuito all’incidente. Si suggerisce, infatti, che abbiano creato appositamente la situazione che ha portato allo schianto.
Altre guardano all’autista. Paul avrebbe causato di proposito l’incidente. Al momento dell’autopsia il suo corpo sarebbe stato sostituito. Questo per far risultare la presenza di alcool e farmaci negli esami tossicologici. A supportare questo innanzitutto è che l’autista non dava segni di ubriachezza durante quella sera.
Infine, alcune teorie accusano i medici che hanno assistito la Questa teoria si basa sul fatto che Lady Diana non sia stata trasportata subito all’ospedale ma soccorsa sul posto. Non ricoverandola subito, avrebbero impedito le cure più adatte.
Ma cosa c’è di vero in tutto questo? La Met Police (la Metropolitan Police di Londra) ha indagato a lungo. Risultato? Nessuna teoria è supportata da fatti concreti.
Giorgia Silvestri