Un setter, una bottiglia e il “fattore C” – Stefania Tessari La famiglia Capurso, vini dal 1896: “Noi cì mettiamo vita, coltiviamo viti, celebriamo vini”

Cos’hanno in comune un Setter Irlandese con una bottiglia di vino rosso? Per scoprirlo dovrete leggere il racconto di vino di questa settimana, che inizia con questa premessa: “ci mettiamo vita,
coltiviamo viti, celebriamo vini”. Famiglia, avanguardia e sostenibilità: è con queste parole che la famiglia Capurso intende passare di generazione in generazione la passione per una terra e far conoscere i propri vini e la propria storia. A sancire questo patto una lettera, “C”, che identifica il nome della famiglia e la firma su ogni singola bottiglia prodotta.
A raccontarci questa azienda è Camilla, proprietaria insieme alla famiglia dell’Azienda Capurso, che produce Amarone e Valpolicella a soli 6 km dal centro storico di Verona, in Valpolicella.

Come è nata l’azienda Capurso?
25 anni, questo è il tempo che abbiamo investito nel reinventare la storica azienda a conduzione familiare fondata nel 1896. Ad oggi condotta da Camilla, Selene e Nunzio Giovanni, un padre con le sue figlie, due generazioni che giorno dopo giorno mandano avanti una realtà cucita su misura per noi. Siamo al centro della Valpantena, 17 ettari di proprietà, di cui 15 coltivati a vigneto

Da dove nasce l’iniziativa di diventare produttori di vino?
Dopo anni di solo conferimento uve, abbiamo imparato a conoscere il nostro vigneto e deciso di selezionarne una parte da dedicare alla nostra produzione. Siamo, quindi, ripartiti nel 2015 con la vinificazione, rivisitando in chiave moderna quello che era il nome della cantina storica. Così sono nati i nostri vini. Così sono nate le nostre nuove etichette, giocando con un segno che ci contraddistingue. La lettera C, l’iniziale del nostro cognome che, come un marchio, pone la firma su ogni singola bottiglia.

Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
Tutti i vini prodotti provengono esclusivamente dalle uve del nostro “giardino”, così chiamiamo il vigneto, un vigneto allevato a Guyot classico, in grado di produrre vini rossi di straordinaria levatura. Un Terroir ed un Cru esclusivi, all’interno di una grande zona di origine di rilevante pregio, sono il nostro vero valore aggiunto.  La novità di quest’anno? Un Passito di Molinara in purezza, un vino tutto al femminile!

Quali sono gli elementi che vi contraddistinguono?
La nostra presenza! Siamo sempre in movimento, oltre alle degustazioni in cantina, organizziamo eventi come ricevimenti di matrimoni e meeting aziendali, ma abbiamo la soluzione anche per chi vuole staccare la spina dal tran tran quotidiano. Corte Moranda, il nostro agriturismo, offre un servizio di pernottamento e prima colazione, immerso nel verde, è un luogo ideale per chi ama laquiete e il silenzio, per una vacanza rigenerante o una pausa all’insegna del relax. Curiamo tutto personalmente ed è per questo che alla fine di ogni soggiorno, di ogni visita o di ogni evento, gli ospiti diventano amici! Molti lo hanno definito un piccolo angolo di paradiso e noi siamo fiere di poter condividere la nostra terra, la nostra passione e in fin dei conti… la nostra casa!

Qual è il vino maggiormente rappresentativo della vostra azienda?
Per farlo devo partire da una delle nostre passioni. Il colore è sempre il rosso ma con quattro zampe ed una coda! Sono i nostri amati Setter Irlandesi, così presenti nella nostra vita che, il vino più importante, mio padre lo ha dedicato a loro. Il “Diavolo Rosso”.  Un Igt prodotto in piccole quantità. Un blend di Corvina, Corvinone, Ancellotta e Croatina. Denominato così perché nel mondo cinofilo, i Setter Irlandesi vengono chiamati diavoli rossi proprio per il loro carattere distinto ed elegante come il nostro vino, orgoglioso ed affascinante.