Un secolo di agricoltura biodinamica L’Italia, con oltre 2300 ettari, si colloca al terzo posto al mondo come superficie dedicata

Il tema della viticoltura è scottante, nell’area di Conegliano. Il prosecco è il vino italiano che ha avuto il maggior successo e la maggiore diffusione all’estero, con una crescita percentuale a due zeri negli ultimi anni. Ma è anche una monocoltura rischiosa per il territorio, a livello ambientale e per alcuni versi anche sociale.
“Il conflitto, a volte aspro, tra gli interessi economici dei viticoltori e la necessità di salute della popolazione può essere superato solo con una proposta senza compromessi ma veramente creativa, che abbia ampia visione del futuro come quella resa possibile dall’agricoltura biodinamica”, ha detto Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì nei due affollatissimi incontri che si sono tenuti nell’istituto agrario Cerletti di Conegliano, una delle più importanti scuole di viticoltura ed enologia d’Italia, per presentare il libro “Manuale di viticoltura biodinamica” di Alessandro Zago, agronomo, enologo e fondatore di Cambium, società di consulenza, formazione e sviluppo nelle aziende agricole e vitivinicole a livello internazionale. Le presenze all’evento di venerdi sera (oltre 180 persone) e al workshop con 100 studenti del Cerletti sabato mattina, testimoniano una grande attenzione del territorio al tema.
Con oltre 2300 ettari, l’Italia si colloca al terzo posto come superficie agricola dedicata ai vigneti biodinamici nel mondo, dopo la Francia, che detiene il primato, e la Spagna, prima degli Stati Uniti. I dati dell’American Association of Wine Economics confermano la passione per le pratiche agricole ecologiche del nostro Paese. “Tutti, produttori, consumatori e chi vive nei territori coltivati chiedono qualità. L’agricoltura biodinamica concilia qualità del prodotto, quindi riconoscimento economico dei produttori, con la salute delle persone e dell’ambiente” ha chiarito Brescacin aprendo gli eventi assieme a Mariagrazia Morgan, dirigente dell’ISISS G.B. Cerletti. “Proprio in viticoltura la biodinamica manifesta al massimo il suo potenziale e questi due incontri sono anche l’occasione per festeggiare i 100 anni dalla nascita della prima agricoltura ecologica moderna. Grazie all’istituto agrario Cerletti di Conegliano, una delle più importanti scuole di viticoltura ed enologia, per aver sostenuto e ospitato l’evento”.
Protagonista della due giorni a Conegliano è stato Adriano Zago, agronomo, enologo e coach che ha presentato il suo libro “Manuale di viticoltura Biodinamica: La prima guida pratica per applicare il metodo agricolo biodinamico al vigneto”; con Mario Malagoli, docente di Biologia Vegetale all’Università di Padova. Sono stati loro ad approfondire i temi cruciali riguardanti le tecniche agronomiche e viticole, le strategie di gestione del suolo, il compostaggio e la cura dell’organismo agricolo nell’ottica della viticoltura biodinamica di fronte a una platea fortemente interessata, che ha posto numerose domande sulla fattibilità e i risultati della viticoltura biodinamica.
Sono 5000 le aziende biodinamiche in Italia. Per la prima volta a Conegliano, oltre 250 persone tra studenti produttori e cittadini si sono riuniti per trattare questo tema. La realtà della viticoltura biodinamica sta aumentando anche nel Veneto e nelle colline del prosecco e in questi due giorni lo hanno testimoniato i diversi produttori che hanno portato il loro prodotto in degustazione e hanno raccontato che questa pratica è utile, efficace e produce reddito.