Diego Alverà è uno scrittore e storyteller veronese, che ama raccontare storie strappandole all’oblio per restituirle al presente, sottoforma di narrazioni su carta, web ed anche dal vivo. Autore del blog “Once in a Lifetime” e di libri tra i quali “Verona Milan cinque a tre” ed “Hellas Verona Story”, Alverà torna in libreria con “il romanzo del Fuji. Lauda, Hunt, F1 1976”, edito da 66thand2nd. Lo abbiamo incontrato per farci presentare il suo libro.
«Il mio nuovo romanzo racconta una delle stagioni più memorabili e drammatiche del motorsport, il serrato confronto tra due piloti di razza come Niki Lauda e James Hunt, ma anche la loro straordinaria amicizia sullo sfondo del fantasmagorico universo del Circus della Formula 1, formato da tante umanità alle prese con la stringente necessità del risultato. È una storia di quarantasei anni fa -prosegue a raccontare l’autore- che narra di quanto accadde in una domenica di pioggia e nebbia in un circuito giapponese alle pendici di una montagna sacra, nell’ultima gara del Campionato del mondo, quella decisiva per la conquista del titolo. Questa storia però non si incentra solo sulla velocità, le curve, i sorpassi e gli incidenti, ma racconta anche tensioni universali che ci toccano da vicino, uscendo così dallo stretto perimetro dei box e i tracciati di gara.»
Possiamo citare che la narrazione del suo libro è di tipo immersiva?
«Esattamente, perché ho cercato di fare in modo che il romanzo trasportasse nel mondo della Formula 1 di quegli anni, mettendoci di fronte alla portata capitale di scelte e decisioni, alcune prese nel giro di pochi millesimi di secondo, altre decisamente più ponderate, al punto da voler portare il lettore a trovarsi di fronte scelte importanti, sostituendosi ai protagonisti, per chiedersi cosa avrebbero fatto al posto loro.»
Il perché di questa storia su NiKi Lauda
«La figura di Niki, al pari di quella di Hunt e di Enzo Ferrari, è diventata iconica in questa nostra modernità, ridotta ad archetipo dalla narrazione cinematografica e relegata in un perimetro dai contorni decisi, quasi scontati. In realtà, però, la sua storia rimane ancora quasi del tutto misconosciuta, spesso anche dagli stessi appassionati. Lauda è un gigante delle corse automobilistiche; una personalità complessa e densa, che ha anticipato molte tensioni e molti temi dell’attuale contesto agonistico. Ma, soprattutto, ha mostrato una forza d’animo straordinaria, tornando a correre dopo un drammatico incidente, tenendo testa non solo agli avversari, ma anche alla sorte, arrivando persino ad un plateale rifiuto nella corsa decisiva del Fuji quando, dopo due soli giri, abbandonò la gara in una sorta di atto d’accusa di quello spietato ambiente.»
Libri profumati di sport” le piace questa affermazione per i suoi testi?
«É un bel modo di raccontare le mie narrazioni. Lo sport rimane una tensione importante per me, che attraversa tutto il mio percorso e le mie esperienze. Perché lo sport non è metafora di vita, ma vita medesima.»
Le lascio lo spazio per incuriosire i nostri lettori ad immergersi nel suo romanzo
«In quel giorno di quarantasei anni fa, sull’asfalto allagato di un circuito giapponese, convergono i destini e le traiettorie di molti grandi protagonisti: piloti, scuderie, iconici patron, manager, tecnici e meccanici. Ciascuno finirà per fare i conti con la sorte prendendo strade diverse e inattese. Ne usciranno tutti trasformati, a cominciare dal Circus della Formula 1 che andrà incontro a cambiamenti epocali. Per tutti loro il Gran Premio del Fuji del 1976 segna un punto di volta, di arrivo o, forse, di inizio. È una storia sostanzialmente ancora sconosciuta, ricca di colpi di scena e sorprese; una storia ancora attuale per i valori che racconta e da cui possiamo trarre ispirazione per affrontare al meglio i piccoli grandi problemi che assillano le nostre esistenze.»
Gianfranco Iovino