Come fare per riqualificare zone pubbliche rendendole accessibili a tutti? Quali elementi devono essere presi in considerazione per creare un ambiente inclusivo? Questo il nodo cruciale che sta portando ad un dibattito tra Amministrazione e Associazione “Genitori Tosti’’ per quanto riguarda la riqualificazione del Giardino d’estate da poco effettuata.
Infatti, come già anticipato sulle nostre pagine il mese scorso, è stato recuperato il Giardino d’estate, l’area verde situata all’angolo tra viale Cristoforo Colombo e via Vittime Civili di Guerra, una superficie di quasi 4 mila metri quadrati a ridosso del Parco delle Mura, a due passi dal quartiere di San Zeno così come da borgo Milano, dal Saval e dai quartieri Navigatori e Catena. La riqualificazione del luogo, che aveva conosciuto un lungo periodo di degrado e abbandono, è iniziata a settembre scorso attraverso un patto di sussidiarietà tra Comune e Bacanal del Gnoco, a cui è affidata la gestione dell’area. Affianco a loro Amia che ne ha effettuato la pulizia straordinaria, Agsm Aim per la parte impiantistica, e la Banca D’Asti, il soggetto privato che ha contribuito al progetto.
L’Associazione “Genitori Tosti’’ per bocca della sua presidente Alessandra Corradi ha evidenziato, però, alcune difficoltà per quanto riguarda l’accessibilità ai bagni e al parco per le persone con disabilità. Per la Cronaca di Verona la presidente dell’Associazione e coordinatrice del Gruppo Accessibilità per Verona Polis ha riportato il suo punto di vista sulla questione.
Si identifica nel disegno tecnico? Lo ritiene adatto all’accesso di persone con disabilità?
Assolutamente no, il progetto è da bocciare a priori. Il ghiaino per antonomasia è il nemico di chi è sulle ruote, come la sabbia. Dovrebbero essere stati progettati dei camminamenti o dei passaggi appositi. Si discriminano in questo modo non solo i disabili, ma anche gli anziani e i bambini sui passeggini.
Quali sono dal suo punto di vista i punti deboli del progetto?
I punti deboli sono in primis la ghiaia e la sabbia sulla pavimentazione. I tavoli del bar, poi, sono stati studiati per consentire la seduta solo ai normodotati, anche questo è un punto a sfavore. I giochi? Anche quelli non sono stati ideati per persona con disabilità. I bagni, poi, sono dei prefabbricati per cui la lama della porta è un’ulteriore barriera per chi è in carrozzina. Anche la cartellonistica per disabili intellettivi non è presente. Dal punto di vista della fruibilità, invece, il piazzale è totalmente al sole, anche per i ragazzi normodotati risulta impossibile giocare nelle ore più calde.
Cosa chiede all’Amministrazione in quanto presidente dell’Associazione “Genitori Tosti’’ e coordinatrice del Gruppo Accessibilità per Verona Polis?
All’Amministrazione chiedo che finalmente pongano in essere tutti gli interventi che possano rendere un luogo “For All’’ e che i progetti partano già con l’idea di accessibilità. L’Amministrazione si deve preoccupare di applicare il PEBA (Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), non solo in centro storico, ma anche nelle Circoscrizioni affidandosi a persone competenti e a i cittadini che vivono in prima persona la disabilità.
Come si immagina una città fatta su misura per tutti?
Immagino una città che non è faticosa, dove c’è collaborazione tra gli abitanti e un’Amministrazione che non solo ascolta, ma mette anche in pratica i suggerimenti pervenuti.
Francesca Brunelli