Un po’ di luce in stazione. Il punto dopo la tragedia. In campo il Vescovo. Tosi contro Buffolo Dopo il fatto di sangue, il vescovo Domenico sposta l’iniziativa di riflessione riservata ai giovani, dalla Cattedrale al Tempio Votivo. Il poliziotto è indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Tosi chiede le dimissioni di Buffolo. Il Siulp attacca l’assessore. La maggioranza si interroga. Zivelonghi parla di rischio fisiologico delle stazioni. Boscaini richiama Piantedosi

Cambio di programma per l’iniziativa del vescovo Domenico legata alla “Preghiera giovani”: il momento di riflessione mensile proposto dal Centro di pastorale adolescenti e giovani della Diocesi di Verona, anziché in Cattedrale si svolgerà venerdì 25 ottobre nella chiesa di Piazzale XXV Aprile, di fronte alla stazione di Porta Nuova.
La variazione del luogo, all’indomani del triste episodio avvenuto domenica mattina con la morte di Moussa Diarra, vuole essere prima di tutto un segno di speranza, di pace, di luce.
Come scritto dal vescovo Domenico nella sua ultima lettera pastorale (Sulla luce), “In un tempo di oscurità data dalle guerre e dalla violenza sulle persone e sull’ambiente, sento il bisogno di raccogliere perle di luce. La notte del mondo avanza, ma non potrà coprire la terra finché ci saranno alcuni che sanno raccogliere luce. D’altra parte, la chiesa non è forse chiamata anche oggi a ‘fare luce’ attraverso il suo modo di vivere ed agire?”
La Chiesa di Verona, con i suoi giovani e il suo Pastore, intende ‘fare luce’ attraverso la preghiera, il raccoglimento, il silenzio, in un luogo di grande marginalità qual è l’area della stazione, lasciando da parte polemiche e strumentalizzazioni, domande e discussioni, per chiedersi solamente “come potrà la chiesa rispondere all’appello del Signore ad essere luce che risplende davanti agli uomini e alle donne di oggi”.
È solo un piccolo passo per rinnovare l’impegno per la Pace e il Bene comune».
Intanto dopo la manifestazione di lunedì sera a porta nuova in ricordo di Moussa Diarra, prosegue davanti alla stazione il via vai di persone, che si fermano all’ingresso per lasciare un fiore.
Ma questa mattina, la foto del 26enne che era stata sistemata tra fiori e candele è stati ritrovata in mille pezzi. Sul fronte delle indagini prosegue il lavoro del sostituto procuratore Maria Diletta Schiaffino, che sarà agevolato sicuramente dalla presenza delle videoregistrazioni delle telecamere presenti in Stazione e su Piazzale XXV Aprile.
L’agente della Polfer, lo ricordiamo, è stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa.
Intanto la deputata di Forza Italia Paola Boscaini, che due mesi fa alla Camera dei Deputati si era rivolta al Ministro dell’Interno Piantedosi con un’interrogazione parlamentare per denunciare il grave deficit di sicurezza di Verona e chiedere più agenti, torna a rivolgersi al titolare del Viminale: “il Ministro Piantedosi venga a Verona, mi aveva rassicurato in aula che presto sarebbe stato in città per un vertice sull’ordine pubblico. Il Governo obiettivamente degli sforzi li ha fatti sull’assegnazione di nuovi agenti, ma non basta, negli ultimi anni c’è stato un notevole numero di quiescenti e un problema di organico persiste”. Sulla mancanza di ordine pubblico in città, Boscaini dice che “a Verona siamo oltre l’emergenza, c’è un fenomeno di insicurezza che sta diventando patologico”.

Tosi chiede le dimissioni di Buffolo

“A una richiesta di aiuto e cura abbiamo risposto con le pistole”. Queste parole postate su Instagram dal giovane assessore Jacopo Buffolo della Lista Tommasi hanno scatenato una bufera politica dopo il tragico episodio accaduto domenica mattina alla stazione di Porta Nuova dove Diarra Moussa di 26 anni ha aggredito con un coltello gli agenti di polizia e uno di questi per difendersi ha sparato, uccidendo il ragazzo. Buffolo, che ha le deleghe per le politiche giovanili e la memoria storica ha dimenticato di scrivere, dice chi lo critica, che il giovane del Mali era fuori di sè, aggressivo e armato e aveva già aggredito vigili urbani e distrutto auto e vetrine.
L’ex sindaco Flavio Tosi e ora parlamentare europeo di Forza Italia ne chiede le dimissioni. “Tommasi dovrebbe cacciarlo”.
E il deputato di Fratelli d’Italia Marco Padovani: “Le dichiarazioni dell’Assessore Jacopo Buffolo pubblicate sul suo profilo instagram, in merito ai tragici eventi accaduti presso la stazione di Verona Porta Nuova, sono inaccettabili, tanto più perché provengono da un rappresentante istituzionale,” dichiara Padovani. “Buffolo, dopo aver descritto male e parzialmente l’accaduto, ha insinuato che l’intervento della Polizia di Stato, di fronte a una situazione gravissima, fosse inappropriato. Ma era presente lui sul posto? Si è messo nei panni degli agenti, chiamati a gestire un uomo armato di coltello e pericoloso per chiunque si trovasse nei paraggi?”
“L’episodio è drammatico. E un assessore del Comune di Verona si permette di giudicare così, invitando la cittadinanza a una manifestazione davanti alla stazione. Un gesto che rischia di gettare benzina sul fuoco, di alimentare tensioni anziché comprendere la complessità della situazione,” prosegue Padovani.
“Ci chiediamo: il sindaco Damiano Tommasi cosa ne pensa? È accettabile che un suo assessore prenda posizioni così irresponsabili, senza considerare le difficoltà che gli agenti si trovano ad affrontare in situazioni così pericolose? Se un componente della sua giunta diffonde messaggi del genere, è evidente che Tommasi non è in grado di gestire neppure i comportamenti della sua squadra. Figuriamoci il resto della città,” aggiunge Padovani.
“Lanciare accuse ingiustificate e irresponsabili verso le Forze dell’Ordine significa tradire il proprio ruolo istituzionale e mancare di rispetto a chi ogni giorno rischia la vita per difendere la nostra comunità. Dichiarazioni come quelle di Buffolo non aiutano a trovare una soluzione, ma rischiano solo di polarizzare e dividere, Tommasi intervenga!” conclude Padovani.
E Tommasi, secondo Tosi, dovrebbe solo cacciare Buffolo e definisce “sconcertanti e vergognose le parole dell’assessore perché sono un chiaro e diretto attacco alle Forze dell’Ordine”. “Buffolo deve essere rimosso dal Sindaco Tommasi, non può restare in Giunta e nelle Istituzioni chi pronuncia parole così eversive, omettendo i fatti. Buffolo usa la morte di Moussa per muovere il solito attacco ideologico di una certa sinistra contro lo Stato, la legalità e chi rappresenta questi valori, cioè le Forze dell’Ordine. Buffolo non solidarizza con Moussa, peraltro omettendo che era armato di un coltello e ha minacciato la vita di un agente costretto perciò a difendersi, ma attacca lo Stato”. MB

“E’ stato costretto a usare la pistola”. La presa di posizione del Siulp

Anche il Sindacato di polizia prende posizione contro le dichiarazioni dell’assessore Buffolo sulla tragedia della stazione. “Avevamo scelto di non commentare il drammatico epilogo che domenica mattina ha visto un giovane originario del Mali perdere la vita presso la Stazione di Verona. Sia per non interferire con il lavoro degli organi inquirenti, sia per il rispetto del collega che, suo malgrado, si è trovato a dover intervenire per cercare di evitare tragici scenari quali quelli che, purtroppo, la cronaca quotidiana restituisce con inesorabile puntualità. Credevamo invero che i toni del comunicato stampa divulgato dalla Procura della Repubblica d’intesa con il vertice provinciale della Polizia di Stato fossero tali da evitare l’insorgenza di strumentalizzazioni, rassicurando l’opinione pubblica circa l’oggettiva valutazione di quanto occorso, agevolata dalla disponibilità delle immagini dell’impianto di videosorveglianza. Ma evidentemente ci sbagliavamo”.
Così in una nota, Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il sindacato maggioritario del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, che aggiunge: “Addolora non poco dover prendere atto di come vi sia chi ha scelto di sostenere questa iniziativa con espressioni gravemente scomposte ed indicative di un irrecuperabile pregiudizio. Che a farlo sia stato un pubblico amministratore suscita un ulteriore carico di amarezza, che la dice lunga sull’incapacità della politica di affrontare con serietà temi quali quello del disagio sociale, ed in particolare quello sofferto dagli stranieri privi di adeguate forme di assistenza.
A chi afferma, con increscioso cinismo, che “Ad un bisogno di cura ed aiuto si è risposto a colpi di pistola” rispondiamo che queste sono le conseguenze delle mancate risposte della politica. Il deterioramento della vivibilità nella zona della Stazione di Verona è da tempo denunciato dal Siulp veronese, che già lo scorso anno aveva espresso forte preoccupazione per le aggressioni subite con angosciante ripetitività da utenti, da esercenti e da dipendenti delle aziende di trasporto pubblico, che ha visto persino gli operatori delle forze di Polizia essere sistematicamente – e letteralmente – accerchiati da bande di criminali che non esitavano ad assicurarsi l’impunità con inaudite forme di violenza. Sconcerta prendere atto che chi è istituzionalmente preposto ad assicurare la vivibilità della città si abbandoni oggi ad esternazioni che sembrano essere un tentativo di scaricare su altri le proprie responsabilità.
A chi propone letture fuorvianti ed ingenerose dell’accaduto, ricordiamo sommessamente che i poliziotti hanno pochi istanti per poter decidere come reagire di fronte a situazioni emergenziali. E non lo fanno certo a cuor leggero. Il collega che ieri, per quanto emerso dai primi accertamenti, sembra essere stato costretto – ribadiamo: costretto! – ad usare l’arma ha, come spiega il comunicato stampa della Procura della Repubblica, – immediatamente dopo cercato di soccorrere l’aggressore che stava morendo. Basterebbe questo a capire che sotto quella divisa c’era una persona dotata di un profondo senso di umanità, che dovrà portare per tutta la vita il peso di quei brevi, drammatici momenti. Auspichiamo quindi in una corale presa di distanza da sconvenienti divagazioni che, ne siamo certi, non rappresentano il pensiero della comunità scaligera e dei consociati in genere”.
MB

Pietropoli (segretario Ugl)

L’Ugl di Verona esprime solidarietà nei confronti dell’agente della Polfer iscritto nel registro degli indagati della Procura con l’ipotesi di eccesso colposo di legitima difesa. “Garantire la sicurezza – ha detto il segretario provinciale Ugl Alberto Pietropoli – è una priorità assoluta. Alle forze dell’ordine e alla Polizia Municipale devono essere impartite istruzioni chiare per garantire che la loro attività sia adeguatamente tutelata”.

In stazione c’è un rischio fisiologico. La replica degli assessori

Zivelonghi: “Si lavora sul fronte del presidio e su quello della rivitalizzazione dell’area”

Domenica mattina Verona è stata toccata da un episodio che addolora tutti. E mentre proseguono le indagini, l’Amministrazione interviene su quanto accaduto in Stazione Porta Nuova, manifestando anzitutto il proprio cordoglio e la propria vicinanza ai famigliari e agli amici del giovane maliano Moussa Diarra che ha perso la vita e del poliziotto coinvolto nell’aggressione.
“Ho seguito quanto accaduto fin dalle prime ore del mattino, restando in costante contatto con la Questura e la Procura impegnata nelle indagini per la ricostruzione dei fatti, possibile grazie ad un efficiente apparato di telecamere presenti sul territorio cittadino- afferma l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi -. Sul fronte della Sicurezza non possiamo che dire che il presidio c’era, resta il fatto drammatico che ha distrutto la vita di un giovane e probabilmente segnerà quella del poliziotto, una vicenda che rappresenta in parte il nostro tempo, possiamo fare molte considerazioni sugli aspetti della sicurezza, su quelli sociali o del disagio, ma quello che intendiamo fare e su cui cercheremo di lavorare è capire come si sia arrivato al tragico epilogo. In particolare cercheremo di capire cosa ha reso un ragazzo con un percorso di integrazione avviato, in possesso di regolare permesso di soggiorno e che stava lavorando, una persona aggressiva in quei termini e in quei modi in quella mattina tragica. La vicinanza con le Forze dell’ordine è massima ma è opportuno – ha sottolineato l’assessora Zivelonghi-, sulla base delle informazioni che abbiamo, tenere ben distinta la figura di Moussa Diarra dalle persone che nelle scorse settimane sono state arrestate nell’ambito della maxi operazione in Stazione gestita dal Questore Roberto Massucci poco prima della sua partenza da Verona e anche dagli spacciatori arrestati a Veronetta. Tre realtà estremamente diverse, banalizzarle e unirle è una semplificazione ed una strumentalizzazione a cui non vogliamo assolutamente prestarci. Chi cerca di avvicinare i tre fenomeni non ha certo la volontà di capire come stanno le cose né di trovare soluzioni che affrontino in modo oggettivo, imparziale e corretto il dramma a cui abbiamo assistito ieri. Attendiamo i prossimi giorni e le nuove informazioni che arriveranno per ulteriori considerazioni”, ha ribadito l’assessora Zivelonghi, che in merito alla sicurezza nella zona della Stazione di Porta Nuova ha aggiunto: “Per natura e configurazione la zona della Stazione rimane un luogo con un rischio fisiologico, tuttavia si lavora su due filoni, quello del presidio costante con pattuglie delle Forze dell’ordine e con l’ausilio delle telecamere, e quello della rivitalizzazione della piazza per la quale stiamo dialogando con il Gruppo Ferrovie dello Stato”.
L’assessore alle Politiche giovanili e alle Pari opportunità Jacopo Buffolo ha aggiunto: “Si tratta di una tragedia che ha colpito la nostra città. Spiace vedere che, di fronte ad un evento così drammatico, invece le istituzioni nazionali speculino su questa vicenda perché non è compito della politica quello di sostituirsi alla giustizia. A 26 anni nessuno dovrebbe morire così né qui, né in altre città e nessun ministro dovrebbe affrontare questioni in maniera semplicistica quando la tragedia è di questa portata. Le vite rovinate sono due, quella di Moussa Diarra che non c’è più e quella dell’agente coinvolto, la cui vita sarà segnata per sempre da questo tragico episodio”.
A Zivelonghi, Buffolo e Cugini è arrivata la solidarietà dei socialisti veronesi. “C’è una Verona soccorrevole, attiva nelle organizzazioni assistenziali laiche e religiose e nelle Istituzioni comunali e c’è la solita destra che sfrutta il disagio e l’emarginazione per promuovere l’immagine di una città intollerante verso i più deboli. Non è con la violenza e l’intimidazione che si risolvono i problemi dell’emarginazione, nè con le frasi vergognose del ministro Salvini”.

Era un ragazzo inserito: cos’è successo? Molino: “Probabilmente viveva fragilità che non ha condiviso”. Cugini: “Linguaggio d’odio”

Sulla vicenda del tragico episodio alla stazione di Porta Nuova sono intervenuti naturalmente i rappresentanti dei gruppi politici di maggioranza presenti in Consiglio Comunale.
A partire da Annamaria Molino, capogruppo di Damiano Tommasi Sindaco: “Era un ragazzo inserito, lavorava regolarmente, aveva relazioni sociali, – ha detto. – Probabilmente viveva delle fragilità e delle difficoltà che non ha condiviso con altri, per cercare aiuto. Esprimiamo il cordoglio per questa giovane vita interrotta, e siamo vicini alla sua famiglia e ai suoi amici. Siamo vicini anche alle forze dell’ordine, sempre impegnate in un compito gravoso, spesso con forze insufficienti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Beatrice Verzè, capogruppo di Traguardi-. “I chiarimenti, che attendiamo, rispetto alla dinamica della vicenda non spostano di un centimetro la considerazione che non si possa morire così, a un’età in cui la vita dovrebbe essere nel suo pieno –A chi, da sciacallo, sostiene di aver segnalato la situazione di insicurezza, ricordiamo che la stazione di Porta Nuova, così come altre zone della città, è presidiata costantemente dalle forze dell’ordine, che infatti sono intervenute tempestivamente. Ma è evidente come questo non sia sufficiente di fronte a condizioni di fragilità e marginalità alle quali la società e la politica nazionale non stanno dando risposte. Di fronte a una vita spezzata, quella di Moussa, e un’altra che da ieri sarà segnata per sempre, quella dell’agente, come amministratrici e amministratori, e prima ancora come esseri umani, dobbiamo sentirci investiti di una grande responsabilità e farci carico dei veri cambiamenti strutturali che possono far sì che tragedie come questa non si debbano più verificare. Per questo riteniamo inaccettabili tanto sul piano politico quanto umano le strumentalizzazioni a cui stiamo assistendo da parte della destra locale, interessata più ad alimentare l’odio e l’intolleranza che ad affrontare il problema. Non vogliamo né dobbiamo sostituirci alla giustizia, ma stasera saremo presenti unendoci al cordoglio di una città e di una comunità che non deve rimanere indifferente”.
“Dico queste parole – ha aggiunto Jessica Cugini
capogruppo di In Comune di Verona – con il massimo rispetto, quello che si deve alle persone cui Moussa Diarra mancherà; quando è arrivata la notizia della morte di Moussa, mi trovavo accanto alla sua comunità, ai ragazzi del Ghibellin Fuggiasco e del Paratodos, per questo credo che ci mancherà molto, le parole con cui è stato descritto stridono con il racconto fatto dai ragazzi della comunità e dalla Ronda. Appariva sereno, anche se di certo viveva una situazione complessa: la situazione di chi ha un contratto di lavoro, paga le tasse, e vorrebbe una casa vera. Di chi vive in un contesto ai margini della società, nella quale vorrebbe fortemente integrarsi. Questo crea e amplifica una sofferenza che diventa anche disagio psichico. Moussa Diarra in Mali è un nome diffuso quanto un Mario Rossi da noi. Se fosse rimasto a terra un Mario Rossi, la destra non sarebbe salita sulle barricate, strumentalizzato questa morte. Non avrebbe detto che non ci sarebbe mancato Mario Rossi. Il linguaggio d’odio, che abbiamo sentito dal Ministro Salvini, non fa altro che fomentare una divisione sociale che non fa bene al Paese. Forse dare più voce alle fragilità di Moussa stasera ci aiuterà a comprendere fenomeni per i quali probabilmente si stanno chiedendo le dimissioni alle persone sbagliate”.
Alberto Falezza, consigliere intervenuto in rappresentanza del Partito Democratico, ha rimarcato che “siamo in un momento di tragedia, un momento che fa riflettere. Come Pd manifestiamo la nostra vicinanza alle forze dell’ordine, con la quale abbiamo instaurato un proficuo rapporto di collaborazione. Naturalmente oggi (lunedì ndr) è il giorno del ricordo di Moussa e anche noi accenderemo una candela in memoria della sua giovane vita spezzata”.