Gina Cambareri è la scrittrice che ospitiamo questo mese, autrice del romanzo UN’EFFIMERA ILLUSIONE a cura di Proxima Edizioni. Madre di cinque figli, Gina è nata a Vibo Valentia e dal 2003 vive a Verona, città nella quale lei e il marito hanno stabilmente fissato la residenza familiare, oltre che svolgere la professione d’insegnante di materie letterarie. Da sempre appassionata alla scrittura, ha pubblicato nel 2015 il suo primo romanzo dal titolo “Charlotte e il mistero del giardino” e successivamente “Domani mi Sposo” e “Venerdì 17”.
«Il mio nuovo romanzo, – inizia a raccontare l’autrice – è strutturato a capitoli alterni, e narra le vicissitudini, avvenute in epoche e luoghi diversi, dal 1943 ad oggi, affrontate dalle due protagoniste, legate tra loro da un profondo legame di affetto: Ginevra e sua nonna Giovanna, detta Gio’. Le storie parallele delle due donne si aprono, per Ginevra, con la scoperta, nel 2019 a Verona, del duplice omicidio della madre Rosa e della nonna Gio’, avvenuto nella loro abitazione, mentre nel capitolo successivo, ci troviamo nel 1943, in un paesino della Calabria, dove Giovanna, ormai vedova, sposa, per procura, un americano che neppure conosce, per avere la possibilità di emigrare a New York, con i suoi figli, il tutto grazie all’aiuto del parroco don Fulgenzio, per sfuggire alle persecuzioni razziali nei confronti degli ebrei, da parte del regime fascista.»
Se dovesse presentare con poche parole il suo nuovo libro, cosa direbbe per convincere a farlo leggere?
«Il motivo per cui si dovrebbero leggere il mio romanzo si basa sul concetto letterario di affrontare due storie piene di intrecci e colpi di scena, dove sono mescolate sentimenti, avventura, azione e approfondimenti psicologici. Quindi si tratta di un libro solido nella struttura narrativa, veloce e fluido nella lettura, che ha la sua cifra stilistica nello svisceramento dei rapporti interpersonali. I personaggi, dalla giusta caratterizzazione e dalla forte carica empatica, si muovono con scioltezza nel contesto spazio-temporale individuato, arrivando a vivere di vita propria.»
Nata in Calabria e veronese di adozione dal 2003, cosa le manca della sua terra e quanto c’è di Verona nei suoi romanzi?
«Della mia amata Calabria mi manca il mare, il sole, i profumi, gli odori e i suoi sapori tipici. In particolare, amo passare ore a guardare il mare e pensare con il sottofondo delle onde, in solitudine. Credo che pensare servirebbe molto al giorno d’oggi, perché viviamo una vita frenetica, coinvolti in una corsa affrettata e forsennata. Per quanto riguarda Verona più che soffermami e descrivere nei miei libri le suggestive bellezze artistiche e culturali della mia città di adozione, racconto nei romanzi i personaggi che ho incontrato lungo il mio cammino da quando mi sono trasferita definitivamente qui.»
Cosa si aspetta da “Un’effimera illusione”?
«Che possa regalarmi grandi soddisfazioni e belle opportunità, com’è stato quest’anno partecipare al Salone Internazionale del libro di Torino, perché è stata un’esperienza entusiasmante e gratificante vedere il proprio libro esposto insieme a grandi nomi della letteratura. Trovarsi lì, percepire l’odore dei libri, ed essere immersa in tanta cultura, così concentrata nello stesso posto, mi ha fatto sentire come una bambina che si trova in un negozio di caramelle di tutti i tipi e tutti i gusti e non sa cosa scegliere.»
Gianfranco Iovino