Un instancabile costruttore di ponti Combattente per i diritti umani ricevette il premio della pace della Regione Veneto

Favorire il protagonismo degli “esclusi” come unico vero baluardo contro le ingiustizie sociali e le guerre del mondo. È stata questa la sfida lanciata da Enzo Melegari, volontario, anima e presidente dell’ong Progettomondo, scomparso a Verona vent’anni fa, nella notte del 10 luglio 2002. Nel mese in cui si celebra la giornata mondiale dei Diritti Umani, Progettomondo vuole ricordare il suo operato, interrogandosi sulle nuove sfide di oggi sul tema della pace, della democrazia, della giustizia e delle pari opportunità.
L’appuntamento è sabato 3 dicembre alle 17, negli spazi della Casa di Quartiere Baleno, agli Orti di Spagna, a Verona, un luogo in cui la partecipazione e l’accoglienza aprono le porte al quartiere, e che si trova a pochi metri di distanza dalla Casa per la nonviolenza.
Ricorderanno Enzo il presidente di Progettomondo, Mario Mancini, la storica volontaria dell’Ong, Emilia Ceolan, molto legata e profonda conoscitrice delle sue idee, e il presidente del Movimento Nonviolento, Mao Valpiana, che conobbe Enzo come uno dei primi obiettori di coscienza italiani. Il giornalista dell’Espresso, Paolo Biondani, parlerà invece del rapporto tra diseguaglianza economiche, democrazia e diritti umani, mentre la giovane vicepresidente del consiglio comunale di Verona, Veronica Atitsogbe, si soffermerà sul tema delle pari opportunità, oggi.
Porterà i propri saluti istituzionali l’assessore alle politiche giovanili di Verona, Jacopo Buffolo.
Le parole di e su Enzo, e alcuni spunti poetici, saranno interpretati con letture e intermezzi musicali dell’attrice Francesca Botti e del musicista Paolo Marocchio.
Laureato in sociologia alla fine degli anni Sessanta, Enzo Melegari per la sua obiezione al servizio militare, trascorse più periodi di carcere nei diversi penitenziari militari italiani. Un’esperienza che – come raccontò lui stesso – gli aprì automaticamente una finestra sul tema dei “diritti umani” come di un qualcosa che non riguardava necessariamente i regimi totalitari, ma anche le più basilari e attuali regole di convivenza.
Fu in quegli anni che Melegari incontrò Progettomondo, allora Movimento Laici America Latina.
Ricercatore all’università di Caracas, ha rafforzato e arricchito il suo pensiero sui temi della solidarietà e della cooperazione internazionale e al rientro in Italia, a Verona, è divenuto naturalmente il punto di forza intellettuale dell’Organizzazione.
Melegari ha girato tutti i Paesi del Sud, sperimentando nuove proposte per processi di sviluppo e partecipazione; progettando e promuovendo sul territorio veronese e italiano molte delle iniziative legate alla solidarietà internazionale. Nel 1992, ricevette il Premio della Pace della Regione Veneto.
Uomo pacifico per natura, dai toni fermi ma insieme pacati e sempre pronto alla mediazione, Melegari, come disse in un’intervista rilasciata poco prima della sua scomparsa, era convinto che “la salvezza non può prescindere dagli esclusi, dalla pietra scartata che diventa angolare”, nella convinzione – più che mai attuale anche per Progettomondo – che “il tema della giustizia sociale e della sicurezza non abbia bisogno di task force ma di molti, e sempre nuovi, protagonisti”.