Lorenzo Fontana, ex ministro della Famiglia e successivamente degli Affari Europei, torna a far parlare di sé per una serie di considerazioni “politicamente scorrette”. In una lunga intervista telefonica concessa al giornalista Klaus Davi sul canale Youtube KlausCondicio, il leghista non ha usato giri di parole: «La componente omosessuale è ben rappresentata in questo governo. Non conosco le storie di ognuno ma presumo ce ne siano diversi». Secondo il braccio destro di Matteo Salvini sarebbe stata la «componente gay», la «lobby» più a sinistra dell’asse Movimento Cinque Stelle-Partito Democratico a contribuire alla nascita del nuovo esecutivo. Fontana, già fa finito al centro del can-can mediatico in concomitanza col Forum delle Famiglie di Verona, non ha dubbi. Tale «componente» lo avrebbe osteggiato «ed è sicuramente contenta di essere in un governo come questo che, per le politiche per la famiglia, adotterà sicuramente provvedimenti che io non adotterei, avendo una visione e opinioni diverse sul tema”. L’ex ministro ed ex vicesindaco di Verona, il quale subito dopo aver giurato a Roma fu tranciante («Le famiglie gay non esistono»),ha però voluto ribadire un concetto.
«Io non sono omofobo e non lo è nemmeno Salvini. Anzi» ha continuato dialogando con Davi «le racconto una curiosità: ho molti amici fraterni qui a Bruxelles (dove Fontana vive ancora con la famiglia, ndr) che mi hanno detto che sono anche abbastanza apprezzato dal punto di vista fisico. Chiaramente non è che la cosa mi interessasse», ça va sans dire. Durissima la reazione del capogruppo del Pd in Consiglio comunale Federico Benini: «Non è bastato a Fontana di essere stato cacciato dal governo insieme al Capitano per smettere di rilasciare interviste e dichiarazioni omofobe. Ha pronunciato frasi agghiaccianti che nascondono un pensiero estremamente discriminatorio nei confronti degli omosessuali, come se fossero persone che devono essere etichettate al pari di chi ha commesso degli illeciti. Da capogruppo del Pd» ha proseguito Benini «sono inorridito che quest’uomo sia stato per un anno vicesindaco della nostra città e sono spaventato che a Verona e in Veneto abbia un potere politico enorme. Non chiedo nemmeno al sindaco di prendere le distanze» ha affondato il Dem «perché purtroppo la sua azione politica in questi due anni e mezzo si è dimostrata perfettamente in linea col pensiero dell’ex ministro. Dopo queste affermazioni» ha concluso Benini «alla riunione dei capogruppo di martedì chiederò di inserire l’ordine del giorno, protocollato lo scorso 11 ottobre e di cui sono primo firmatario assieme al consigliere Bertucco, che chiede la revoca della mozione omofoba approvata in Consiglio comunale nel 1995».