Un’incursione nel cinema francese non fa mai male: oggi dedichiamo la rubrica sulle Perle nascoste a François Ozon, autore di un cinema al contempo misurato e sopra le righe, approdato la settimana scorsa su Sky On Demand con la commedia Mon Crime – la colpevole sono io. In coda, come sempre, un rapido consiglio su un altro suo film imperdibile e reperibile su Prime Video.
Mon Crime – La colpevole sono io (2022 – Sky On Demand)
Madeleine Verdier è un’aspirante attrice squattrinata. Quando un losco produttore teatrale viene trovato morto, Madeleine viene accusata dell’omicidio e, nonostante la sua innocenza, la donna decide comunque di cavalcare l’onda del successo – anche economico – procuratole dal presunto crimine commesso…
Gioco di maschere meta-teatrale e iper-cinematografico, con Mon Crime il francese Ozon traspone su schermo uno delle più note pièce teatrali scritte da Louis Verneuil e Georges Berr nel 1934. Avanguardistica già all’epoca per la sua capacità di raccontare il potere dei media e lo scontro tra mascolinità e femminilità, nella sua versione cinematografica la storia riesce a recuperare tutta la sua freschezza, grazie a una sceneggiatura dai dialoghi arguti e a una messa in scena volutamente artefatta al punto da risultare anch’essa parodica, meta-cinematografica ed estremamente efficace nel mantenere il tono della narrazione. I personaggi sono ben assortiti e compongono un buffo quadretto di caricature estremamente realistiche, così come efficace risulta la sfilata di attori impegnati a interpretarli: dalla protagonista Nadia Tereszkiewicz a un istrionico Fabrice Luchini, per arrivare alla regina del cinema francese Isabelle Huppert. In una fiera della falsità impegnata a dichiararsi vera, Mon Crime riesce dunque a svelare fino in fondo la fragilità di tutti quegli esseri umani moderni – e contemporanei – incapaci di trovare una loro dimensione di sincerità nel complesso universo che li circonda.
Grazie a Dio (2019 – Amazon Prime Video)
Alexandre vive a Lione con moglie e figli. Quando scopre che il prete che lo aveva molestato da piccolo ha ancora a che fare con i giovani, decide di agire: contatterà tutti coloro che, all’epoca dei fatti, erano stati destinatari del suo stesso trattamento, per poi mettere un fermo agli abusi con un’azione di denuncia.
Opera virata sui toni più misurati del dramma, Grazie a Dio prende spunto dal caso reale di padre Preynat, accusato di aver aggredito sessualmente 70 ragazzi. Diversamente da altri film-inchiesta sul tema, il film di Ozon non si concentra sulla fase processuale della storia, né tantomeno si accanisce sui carnefici; il regista decide invece di orientare il suo racconto verso la componente più dolorosamente umana dell’esperienza di abuso, focalizzandosi sui ricordi del trauma e sulla violenza come momento condiviso tra le giovani vittime. Così i protagonisti si avvicinano allo spettatore per la loro profonda caratterizzazione, estremamente realistica, così come piena di spessore risulta la sceneggiatura, sempre rispettosa della difficoltà del materiale umano cui attinge nel suo racconto.
Maria Letizia Cilea