Il panzer era qui da poco, troppo poco per capire l’italiano. Ma il panzer leggeva bene i pensieri e aveva capito che qualcosa frullava nella testa del mister. C’era verona-Napoli, qualche giorno dopo. La prima di campionato. La prima di Maradona. E tutti, ogni giorno, ogni ora, chiedevano a Bagnoli: “Mister, chi marcherà Maradona?”. Bagnoli scrollava le spalle. Faceva una smorfia. “Mah, forse Ferroni, forse Volpati…” diceva. Ma quel giorno, a bruciapelo, Bagnoli gli fa: “Hans, lo prendi tu Maradona?”. Hans non fece una piega. “Ja, io Maradona…” rispose. In nfondo gli era già successo, Bagnoli non poteva saperlo. “Ja” ripetè con un sorriso che sarebbe diventato il poster di una stagione irripetibile.
Il resto, lo sapete già. Arrivò il Napoli, arrivò Maradona, Briegel lo prese in consegna all’inizio e lo mollò soltanto alla fine. Dieguito s’era immaginato un pomeriggio diverso, Peterpanzer no, se l’era immaginato così. Briegel lo braccò, gli tolse l’aria, in ogni zona del campo. In più, lo abbandonò per andare a colpire, in area, un angolo dalla destra.Poi corse all’indietro, le braccia al cielo, l’andatura un po’ sghemba, l’andatura “alla Briegel”. “Gooooooooool”, urlava e lì non c’erano problemi di lingua, lì capivano tutti. Così, Hans Peter Briegel, entrò nel cuore di una città, in un pomeriggio di settembre.
Hans Peter Briegel compie oggi 64 anni, porca miseria. Sì, 64 anni. E ti sembra impossibile, perchè quelli come lui non invecchiano mai, continuano a correre nella fantasia della gente. “No, anche Hans invecchia” sorride. “Lo scudetto, invece, non invecchia mai…”. Già, lo scudetto è per sempre. Come Peterpanzer, perchè non può invecchiare chi ha firmato un sogno. Con umiltà, coraggio, semplicità. “Hans è stato grandissimo, decisivo almeno quanto Preben”, è il pensiero di Galderisi. “L’anno dello scudetto ha segnato 9 gol giocando mediano, non so se mi spiego”.
Un fuoriclasse, ancora più grande perchè disarmante nella sua normalità. “Un ragazzo splendido, come fosse stato con noi da una vita”, osserva Volpati. “Un campione vero, di quelli che ti cambiano una squadra” aggiunge Di Gennaro. “Lui e Preben ci portarono quello che ancora mancava” annuisce Fanna. “Forza e un po’ di sana follia”. E Tricella, il capitano di quella “banda” spensierata e felice: “Lui faceva tutto per la squadra, uno di quelli che vorresti sempre con te”.
Hans Peter Briegel era tutto questo e forse anche di più. Un gigante buono. Un fenomeno. Un balzo. Uno stacco. Un tuffo di testa. Un gol. Hans Peter vive dentro un sogno che non finirà mai. “Ja, io Maradona”, disse a Bagnoli. Danke, Hans.
Raffaele Tomelleri