Nel doppio strato della mascherina aveva nascosto un ingegnoso quanto complesso sistema di comunicazione con l’esterno, uno stratagemma con cui sperava di passare l’esame per la patente grazie all’aiuto di complici esterni. Per un cittadino ghanese di 56 anni, il piano progettato nei minimi dettagli non è andato a buon fine. L’uomo è stato scoperto e denunciato all’autorità giudiziaria grazie infatti alla stretta collaborazione tra la Motorizzazione Civile di Verona e la Polizia Locale, attraverso il quale è efficace il contrasto al fenomeno dei falsi documentali, i cosiddetti “furbetti” della patente. E’ stata una funzionaria della Motorizzazione civile a dare l’allarme, dopo che il cittadino, in regola con le norme sul soggiorno in Italia e residente nel mantovano, è stato sorpreso ad utilizzare un ingegnoso sistema di comunicazione con l’esterno per superare la prova di teoria all’esame di guida. All’interno della mascherina con doppio strato che indossava sul volto, gli agenti del Laboratorio Analisi Documentale del Comando di via del Pontiere hanno rinvenuto un’ apparecchiatura nascosta e formata da connettori e strumenti elettronici, uniti tramite cavi rossi e neri. Presente anche un vano batterie e uno slot con una sim dati e telecamera. L’uomo, una volta scoperto, consegnava un telefono e un’ ulteriore apparecchiatura elettronica dotata di un’altra scheda sim per trasmettere dati. Il complice all’esterno poteva così leggere i quiz e fornire tramite un impulso le risposte corrette. Grazie a questi sistemi tecnologici sempre più sofisticati, sono numerosi i tentativi di superare un esame che è diventato particolarmente complesso. Le indagini ora proseguono sui complici e anche sulle modalità di iscrizione all’esame tramite una scuola-guida cittadina.