Il filobus sta spaccando le strade, la politica e i cittadini. Da Est a Ovest del capoluogo sono parecchi i punti caldi. Rovente, sicuramente, è quello di Veronetta. Qui i residenti di via San Paolo sono sul piede di guerra perché non vogliono essere costretti ad abbandonare le proprie case quando inizieranno i lavori per la costruzione della galleria larga due metri e mezzo in progetto all’altezza del fiorista Biasibetti. Molte persone, tra cui anche anziani, sarebbero costrette a traslocare per tutta la durata dei lavori che peraltro, caratteristica tipica dell’Italia, se si sa quando cominciano non si sa mai con ragionevole sicurezza quando finiscono. Il previsto sottopasso pedonale ha già mandato su tutte le furie gli abitanti della zona che hanno protestato in strada e lo faranno ancora per dare un messaggio forte e chiaro all’amministrazione. La galleria, temono gli abitanti, oltre a costringere allo “sfratto” le famiglie potrebbe diventare anche un ricovero per sbandati di ogni risma e tutto serve a Veronetta tranne un nuovo luogo di degrado. Perché, si domandano in tanti, al posto della galleria non è stato previsto un semaforo? Se lo chiede anche l’ex sindaco Flavio Tosi, in prima linea nella protesta. Secca la risposta del presidente di Amt Francesco Barini: non è stato previsto il semaforo perché Tosi, allora sindaco, non l’ha voluto. Barini definisce dunque «kafkiana» la presenza di Tosi tra i manifestanti. «È stata la sua amministrazione a mettere la pietra tombale sulla possibilità di realizzare un impianto semaforico» sottolinea il presidente dell’Amt. Da registrare l’attacco diretto a entrambi, oltre che a Federico Sboarina, da parte di Fabio Venturi, leader del movimento civico “Generazione Verona”: «Il sindaco intervenga indicando una sorta di commissario ad hoc per uscire dal pantano, una figura con pieni poteri che decida, che abbia coraggio, che risponda alla gente. Avanti così e perderemo il finanziamento statale», scrive su Facebook, «faremo “incendiare” i veronesi e lasceremo i cantieri a metà. E saremo i più ridicoli d’Italia e d’Europa. Ci sono due ordini di problemi: quello tecnico, per il quale gli addetti ai lavori hanno ben compreso che ci sono alcuni dirigenti in Comune che da anni sperano non vada in porto il progetto e di sicuro non aiutano, anzi. E poi» aggiunge Venturi «c’è quello politico-infantile tra Barini e Tosi, che fa solo infuriare i veronesi. Però da oggi le scuole materne sono chiuse per fortuna, e forse la situazione migliorerà». Alla protesta contro la realizzazione dell’opera si aggiungono anche buona parte degli abitanti del quartiere Stadio, in particolare quelli di via Fra’ Giocondo: in questi giorni verranno tagliati molti alberi, più di 60 in poche centinaia di metri sostengono i residenti. A causa dei lavori in molti lamentano di sentirsi già dentro un cantiere, col timore che si ripeta quanto accaduto qualche anno fa in piazza Corrubbio. In Borgo Venezia l’umore non è migliore: a rischio ci sono anche decine di posti auto. In queste ore è stato aperto il cantiere di via del Capitel per la realizzazione dei plinti della filovia previsti sul marciapiede del lato civico dispari del tratto tra le intersezioni di via Zeviani/Mondadori e via Badile/Banchette. Le attività dureranno circa 15 giorni. Si tratta di tre plinti di fondazione per i pali a sostegno della trazione elettrica, per realizzare i quali è necessario modificare temporaneamente la viabilità, in virtù del ridotto calibro stradale. Sarà quindi modificata la viabilità, ma rimarrà il transito su via del Capitel in direzione Nord (verso Rondò della Corte). Quindi si interverrà solo tra le intersezioni Zeviani/Mondadori fino a via Badile/Banchette. Dall’8 luglio iniziano i lavori sulla tratta che va da via del Capitel fino a Rondò della Corte: la lunghezza di questa tratta è di circa un chilometro. Le lavorazioni verranno svolte per fasi, alternando interventi sul lato civici dispari e pari. Le attività avranno una durata complessiva presunta di circa 5 mesi. Le macro-fasi dei lavori sono sostanzialmente tre: la fresatura del manto d’usura e rimozione del cassonetto stradale sottostante, la realizzazione del cavidotto (a servizio della filovia) e delle banchine di fermata, il ripristino del cassonetto stradale e realizzazione della nuova pavimentazione. In questa tratta il capolinea della futura filovia è previsto a Rondò della Corte. Le fermate previste in questa porzione di tracciato sono tre: due in via Girolamo della Corte e una in via del Capitel. La bollente estate dei cantieri del filobus è solo all’inizio.
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