Un’ eredità culturale per i cittadini, ma anche un modo per far conoscere luoghi di Verona a chi si sposta nel nostro territorio con lo scopo di unire la comunità e di renderla consapevole delle sfaccettature della realtà che ci ospita.
Il terzo volume di Giancarlo Frigo “La nostra storia tre’’ ripercorre la storia di Verona Sud tra aneddoti e foto d’epoca.
Per la Cronaca abbiamo intervistato l’autore che ci ha raccontato la nascita e lo sviluppo del suo libro.
Cosa viene raccontato nel suo libro e che significato assume per lei questa pubblicazione?
Questo è il terzo e ultimo volume della trilogia “La nostra storia’’ che ha lo scopo di avvicinare i residenti di Verona alla lettura approfondendo aneddoti della realtà in cui hanno vissuto e vivono. Ho sempre fatto l’amministratore pubblico e continuo ad impegnarmi nel sociale e mi auguro che questo servizio possa tornare utile alla collettività.
Da dove nasce il bisogno di raccontare la storia di determinati luoghi che caratterizzano la nostra città?
Non so di preciso da cosa nasca. Io sono nato in una delle corti sperdute di Verona sud caratterizzata da mezzadri e contadini. I servizi igienici all’epoca erano situati all’esterno delle abitazioni. Crescendo e dopo essermi trasferito in Borgo Roma ho iniziato a notare delle differenze e ha pormi delle domande.
Molto probabilmente i più giovani non si rendono conto da dove siamo venuti ed è importante conoscere il passato per poter migliorare il loro e il nostro presente.
Quale considera tra tutti i luoghi citati nel terzo volume il suo luogo del cuore?
E’ chiaro che rimane Tomba extra. Un luogo nato nel ‘200 attorno al quale c’era solo qualche casupola. Dante quando cita Verona per il Palio del Drappo Verde menziona questa località. Dal 1850 in poi la parrocchia è diventata autonoma. Ho voluto anche questa volta approfondire quelle zone che erano ai margini per questo, proseguendo con la lettura, ho inserito Palazzina con tutta la sua storia. Quello che si legge cerca di dare una visione di questo periodo storico o per lo meno mettere una pulce nell’orecchio del lettore. Ho affrontato anche il tema del trasporto pubblico perché è stato un servizio importante in quell’epoca.
Qual è il messaggio che vuole far passare attraverso il suo libro?
Il mio desiderio è che altri in futuro prendano in mano la situazione in maniera strutturata e continuino ad approfondire queste argomentazioni. Spero anche sia un modo per sovvenzionare i nostri Circoli Noi e tenere unità la comunità.
Francesca Brunelli