Parola d’ordine “ripartenza” Lo vogliono le istituzioni locali: governatore e sindaco. Lo vogliono le categorie produttive e negozianti. Lo vuole la gente, ormai stremata dal prolungamento degli arresti domiciliari, che non sono stati affato revocati dal governo, semmai solo allentati. Oggi, durante la conferenza stampa quotidiana a Palazzo Barbieri, con Federico Sboarina c’erano il presidente della Camera di Commercio di Verona Giuseppe Riello e l’omologo di Confcommercio Paolo Arena, che è anche presidente dell’aeroporto Valerio Catullo. Entrambi hanno rilasciato dichiarazioni che non lasciano margini di interpretazione.
“SOLUZIONI INNOVATIVE”
Partiamo da Riello: “Il governo ha preso sottogamba la pandemia facendo passare il messaggio che era sufficiente aspettare. Invece bisogna pensare in modo nuovo e trovare soluzioni che creino un minimo di sviluppo economico. Non è possibile che il commercio sia ancora chiuso, le categorie non sono state prese in considerazione”. Ancora più tranciante, se possibile, il commento di Arena: “Lavoriamo per ripartire il 18. I titolari dei negozi sono in grado di far rispettare le regole per la sicurezza dei lavoratori e dei clienti. C’è il progetto ‘Verona sotto le stelle’ per rispettare il distanziamento e mantenere i posti a disposizione dei vari plateatici” ha sottolineato Arena. Che ha aggiunto: “Per chi non ha plateatico stiamo approfondendo il da farsi, serve anche dalla sovrintendenza una certa sensibilità per dare l’opportunità a tutti. Se diciamo ‘tornate a Verona’ dobbiamo offrire gli stessi servizi di sempre. Ognuno di noi ha una responsabilità: continuiamo a seguire le regole, se la curva continua a scendere potremo tornare a vivere. Chi rispetta le regole dà una mano a tutti per tornare alla normalità”.
IL PUNTO DEL SINDACO
Anche Sboarina, cavalcando la politica di riapertura del governatore Luca Zaia, scalpita. “Sono contento che il premier Giuseppe Conte abbia detto che le attività potrebbero essere riaperte prima. Ci sono necessità di avere ulteriori spazi all’aperto per riaprire. Siamo al lavoro perché non solo bar e ristoranti possano avere spazi fuori dal negozio. Sulle regole sanitarie però non abbassiamo la guardia”.
IL “DOGE”
Dicevamo di Zaia, che dalla sede della Protezione Civile di Marghera è tornato a far sentire forte la sua voce a Palazzo Chigi: “ll Veneto è pronto a aprire tutto e subito. Continua dal 10 aprile il calo dei pazienti ricoverati e di quelli in terapia intensiva. Il quadro epidemiologico e sanitario è cambiato completamente”. Oggi, nella Conferenza delle Regioni, il Veneto ha chiesto l’autonomia per poter procedere alle riaperture il prima possibile, dietro il parere del Comitato tecnico-scientifico. Staremo a vedere. Di certo, a Roma, quando sentono parlare di autonomia non fanno i salti di gioia. Capitolo ‘estate’. Pure in questo caso il governatore ha messo l’esecutivo con le spalle al muro. “Tra i primi settori che devono riaprire c’è il turismo, che è uno di quelli che ha sofferto di più, e io credo che anche le spiagge, con le misure di sicurezza, possano essere riaperte. Il governatore. come di conseuto, si è soffermato sul quadro sanitario: “In Veneto siamo arrivati a 410 mila tamponi. Il bollettino di oggi vede in calo a 5.763 le persone in isolamento, con 402 persone in meno; i positivi, in totale sono 18.553, 74 in più da ieri; i ricoverati sono scesi a 959, 33 in meno, così come anche quelli in terapia intensiva calati a 87, tre in meno da ieri, mentre i pazienti guariti e dimessi sono saliti a 2826, 44 in più; i decessi in ospedale sono arrivati a 1235, 12 in più, ed in totale sono 1589”. Insomma: guardando i numeri il peggio sembra decisamente alle spalle. Ora bisognerà vedere gli effetti prodotti dall’inizio della ‘fase 2’.