Dopo l’approvazione del progetto di bilancio 2023-2025 a fine dicembre, ieri il Comitato Istituzionale si è riunito e ha annunciato che proporrà delle procedure rivolte alle amministrazioni locali per affrontare l’eventuale crisi idrica.L’ATO, ovvero il Consiglio di Bacino Veronese, garante del servizio idrico integrato a Verona e provincia, guarda avanti e pensa all’eventuale siccità estiva.
In febbraio si terranno delle riunioni di zona con gli amministratori del territorio scaligero per approfondire alcuni aspetti della Carta del Servizio, ma anche per condividere le buone pratiche per l’utilizzo dell’acqua potabile e la tutela della risorsa idrica in vista dei mesi più caldi.
Affrontare la siccità estiva richiede l’adozione di procedure organizzative adeguate a tutti i livelli della filiera di chi utilizza l’acqua. Anche gli Enti locali devono fare la loro parte, dando il buon esempio. Nei momenti di crisi idrica bisogna adottare misure adeguate riducendo, a mano a mano dell’aggravarsi della situazione, tutti i consumi interrompibili.
L’orientamento emerso dalla seduta del Comitato Istituzionale è quindi quello di valutare la possibilità di proporre a singolo Comune di adottare un codice di autodisciplina atto a regolamentare i consumi interni all’amministrazione, con particolare riferimento ai consumi per l’irrigazione per le aree verdi comunali, gli impianti sportivi, le fontane decorative ecc. Tutti i consumi cioè non strettamente necessari e quindi interrompibili durante i fenomeni di crisi idrica.
La regolamentazione potrebbe avere diversi livelli e diventare più rigida al peggiorare delle condizioni di siccità, fino ad azzerare alcuni consumi non essenziali nei momenti più critici.
Una prima bozza potrebbe essere disponibile nel mese di febbraio: sarà necessario un percorso di condivisione con le amministrazioni locali, da concludersi entro il mese di maggio, cioè prima della nuova crisi idrica estiva.
“Nei momenti di crisi idrica l’ente locale ha molte responsabilità, tra cui dare il buon esempio – spiega il presidente dell’ATO Bruno Fanton – ovvio che questo non risolve la siccità, ma può contribuire ad aumentare il livello di consapevolezza nella popolazione in merito alla situazione. Questo è il momento migliore per studiare un piano, cioè quando non si è in piena emergenza così da essere operativi per l’estate”.
Al momento si tratta di un’ipotesi che andrà condivisa e approfondita anche durante le prossime riunioni di zona che saranno organizzate sul territorio a carattere periodico, occasione per fare il punto sui temi locali (per esempio Pfas ecc).
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