Un brodino caldo. Di quelli che ti rimettono in sesto, che ti fanno recuperare le forze. Il Verona torna da Torino con un punto importante in chiave salvezza. Conti alla mano il vantaggio dalla terzultima è salito a cinque lunghezze, dunque lo 0-0 con i granata di Juric va salutato con favore. Rimane il problema del gol. Un’altra gara, la quarta consecutiva in cui il Verona non segna. Sono, considerando anche i recuperi, 402 i minuti in cui l’Hellas non esulta per una rete, l’ultima il tiro cross di Ngonge per il momentaneo pareggio con il Sassuolo, gara poi vinta dagli emiliani per 3-1. Un bilancio in chiaroscuro.
Le note positive non sono solo quelle relative al risultato. Marco Baroni ha utilizzato a fondo la rosa a disposizione e ha ricevuto risposte confortanti. L’unica volta in cui Hien era assente, proprio a Sassuolo, il Verona andò sotto, palesando errori difensivi grossolani. Contro il Torino, nonostante l’Hellas non avesse Hien che non ci sarà nemmeno a Frosinone, la fase difensiva è stata impeccabile e tutto questo senza dimenticare l’emergenza. Alla fine della prima frazione ha alzato bandiera bianca Dawidowicz che si stava ben comportando su Zapata, poi anche Amione si è infortunato e il Verona ha chiuso la gara con Terracciano e Magnani braccetti e Coppola centrale nei tre.
Emergenza totale, ma risposte davvero positive. Attenzione, grande applicazione e un dato da sottolineare. Nelle ultime quattro gare, anche se non si è segnato, i gialloblù hanno incassato solo due reti. Solidità difensiva aiutata anche da una posizione, quella di Folorunsho, che è stata la vera chicca del match con il Torino. Prestazione di grande sostanza quella dell’ex Bari che assieme a Montipò si contende l’Mvp della sfida.
Le note negative, invece, riguardano ancora l’attacco. Sotto il profilo del palleggio, del gioco espresso palla a terra, il Verona ha dimostrato più intraprendenza di un Torino arruffone che, tuttavia, ha avuto almeno tre palle gol nitide. L’Hellas ha concluso due volte verso la porta di Milinkovic Savic, un tiro cross di Faraoni e una spettacolare rovesciata di Djuric. Troppo poco per sperare di colmare quella lacuna del gol sulla quale Baroni appare lontano dall’aver trovato soluzioni. Il tecnico, a sorpresa, ha lanciato in campo dal 1′ il giovane argentino Cruz. Tanto movimento da parte del figlio d’arte, il papà Julio, El Jardinero è stato giocatore di Bologna e Inter, ma poca presenza sotto porta. Baroni, però, nel dopo partita è stato categorico.
“Dobbiamo assolutamente fare gol, risolvere questa situazione. Se vogliamo salvarci è la strada da intraprendere. Lo dicono le cifre delle ultime stagioni. Se segni hai più possibilità di salvarti, una buona fase difensiva non basta più”. Domenica a Frosinone, contro l’ex Di Francesco, il Verona riparte alla ricerca del gol perduto.
Mauro Baroncini