Confartigianato Imprese Veneto lancia l’allarme sul credito. Dalla periodica analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto sui dati messi a disposizione dal Fondo Centrale di Garanzia, emerge che in Veneto, dall’avvio del Decreto Liquidità a maggio 2021, su un totale di 191.649 domande presentate dalle imprese (in Italia sono 2.032.406) per un importo complessivo di 19 mld di euro di credito (su un totale di 164mld e 790 milioni euro), il 48,5% (dato più basso d’Italia) riguarda quelle sotto i 30mila euro per quasi 2 mld di euro di credito. Pertanto la maggior parte delle richieste, esattamente 98.597 per un importo di 17 mld di euro, hanno riguardato richieste che godevano della garanzia statale del 90%.
Lo spostamento dell’interesse delle imprese venete sullo strumento più importante risulta ancora più evidente se si analizza l’andamento delle richieste limitatamente agli ultimi 4 mesi del 2020 ed al primo quadrimestre del 2021. L’incidenza percentuale delle domande sotto i 30 mila euro (tra settembre e dicembre) si attestava, in Veneto, al 38% (25.336 domande per 510 milioni di euro), incidenza crollata al 17,5% (9.130 domande per 182 milioni di euro) nei primi 4 mesi del 2021.
“A fronte di questi dati – aggiunge Roberto Iraci Sareri, Presidente di Confartigiantao Imprese Verona e Vicepresidente regionale – acquista ancora più valore la richiesta, presentata dalla nostra Confederazione assieme all’ABI ed alle rappresentanze nazionali delle imprese, con una lettera alle Istituzioni italiane, di continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese. La crisi sanitaria determinata dal Covid-19 infatti, continua a incidere negativamente sulle attività di impresa. In provincia di Verona sono 35.073 le operazioni arrivate ai Fondi di Garanzia a seguito dei provvedimenti introdotti dai Decreti “Cura Italia” e “Liquidità” fino all’11 maggio 2021, per un importo finanziato di 3 miliardi e 400 milioni. Le operazioni fino a 30mila euro sono 17.304, per un totale di 355,50 milioni”.
Con riferimento specifico alla liquidità delle imprese, nel documento di richieste presentato dal mondo delle imprese e delle banche è stata sottolineata la necessità di una proroga delle cosiddette moratorie, che queste possano esplicare i loro effetti senza soluzione di continuità con le moratorie in essere e che siano di automatica applicazione, evitando complicazioni burocratiche. Mentre dal lato dei finanziamenti garantiti, la prosecuzione della crisi, di particolare profondità soprattutto in alcuni settori economici, rende ineludibile una proroga delle misure del DL Liquidità in coerenza con la proroga concessa dall’Ue con il Temporary Framework sugli aiuti di stato.
Inoltre, è ritenuto essenziale, per scongiurare il rischio che le imprese vadano in difficoltà, che la durata dei finanziamenti garantiti venga significativamente prolungata mantenendo invariato il grado di copertura della garanzia pubblica così da prevedere incentivi adeguati ad allungare i piani di rimborso. La durata va portata ad almeno 10 anni, ma va considerato che vi sono settori particolarmente colpiti che hanno urgente necessità di interventi più incisivi, anche modificando le regole del Temporary Framework.
Necessario che le modalità di accesso al Fondo di Garanzia PMI e alle garanzie Ismea non subiscano delle modifiche almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle imprese agricole e a quelle non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese.